Atlantide
09.03.2024 - 14:31
 
ANALISI
 
Le gaffe di Macron e Scholz rendono evidente il velleitarismo della pretesa difesa europea
Roma, 9 mar 14:31 - (Agenzia Nova) - di Fabio Squillante - Martedì 5 marzo la Commissione europea presenta un piano di sostegno all’industria militare europea, il cui obiettivo è rafforzare il commercio di armi intraeuropeo e gli appalti in comune nell’ambito della difesa entro il 2030. Per favorire questo sviluppo la Commissione mette a disposizione, tuttavia, appena 1,5 miliardi di euro, una cifra infinitamente inferiore ai 100 miliardi auspicati dal commissario per il Mercato interno, il francese Thierry Breton. Del resto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, è fermamente contrario al lancio di nuovi strumenti europei del debito per finanziare l’industria militare comunitaria.

È solo l’ultimo esempio di come le annose ambizioni di potenza europea, coltivate soprattutto dai francesi sin dai tempi del primo Jacques Delors, siano di gran lunga fuori dalla portata delle capacità effettive dell’Unione. Questo non certo per mancanza di risorse – visto che nel loro insieme i Paesi membri dell’Ue spendono più di 240 miliardi di euro (ultimo dato ufficiale relativo al 2022), poco meno della Cina (267 miliardi di euro) e più del triplo della Russia (80 miliardi di euro) – ma per intrinseca incapacità politica derivante da una strutturale divergenza d’interessi.

L’inadeguatezza dell’Unione nel campo della difesa, ma anche della politica estera, appare del resto evidente dalle recenti dichiarazioni del presidente francese, Emmanuel Macron, e del Cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Dopo aver ipotizzato il dispiegamento di truppe Nato in Ucraina, ed essere stato costretto a riformulare la sua posizione in seguito ad una tempesta di critiche, Macron torna a far appello agli alleati europei invitandoli a “non essere codardi”, perché la Russia non può vincere. Una posizione che dimostra ancora una volta il velleitarismo del capo di uno Stato le cui forze, negli ultimi tre anni, sono state scacciate dai mercenari russi da tutta una serie di Paesi del Sahel, una regione strategica per gli interessi di Parigi.

Il Cancelliere Scholz, da parte sua, subisce una doppia umiliazione. La prima ad opera di alcuni generali dell’Aeronautica tedesca, i quali, durante una videoconferenza non criptata, parlano liberamente della possibilità di trasferire all’Ucraina i missili a lungo raggio Taurus, che Scholz ha ripetutamente negato di voler consegnare alle forze di Kiev. La conversazione viene integralmente intercettata e pubblicata dai russi.

Da quanto dicono i generali, si viene così a sapere che il Regno Unito ha già propri militari presenti sul teatro delle operazioni, in particolare nell’impiego dei sistemi missilistici consegnati all’Ucraina. Il dettaglio fa infuriare i responsabili dei servizi segreti, del ministero della Difesa e del governo britannici. Ciò nonostante, tornando a ribadire il no al dispiegamento dei Taurus in Ucraina, Scholz spiega di non potersi permettere quello che invece i britannici già fanno.

Una gaffe che conferma la presenza di militari britannici in Ucraiana, e che acuisce l’irritazione dei responsabili britannici, convinti che le Forze armate tedesche siano inadeguate e inaffidabili, perché permeabili all'infiltrazione di agenti segreti russi.
 
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