Zaia: “Con l’autonomia il Paese ha deciso di scrivere una nuova pagina di storia”

"Salvini da segretario federale si è speso politicamente ed è altrettanto vero che il ministro Calderoli ha seguito in modo certosino la concretizzazione del progetto"

zaia veneto

Il binomio d’acciaio ‘Autonomia-Zaia’ è dato per acquisito ma alla notizia, attesa, del primo passaggio formale in Consiglio dei ministri del disegno di legge d’attuazione per l’Autonomia, il presidente del Veneto Luca Zaia centellina il giubilo e veste i panni del maratoneta: “Immagino – dice al “Corriere della Sera” – ci sarà un passaggio in Conferenza unificata. Ciò detto, questa resta una giornata storica ma non è assolutamente un punto d’arrivo. Piuttosto un punto di partenza verso una rivoluzione”.

“Questo Paese – continua – ha deciso di cambiare pelle e scrivere una nuova pagina di storia con una riforma che sarà la più importante dal 1948, varrà ben più della modifica al Titolo V della Costituzione perché cambia il paradigma del sistema”. Il passo avanti arriva con un governo a trazione Fdl, probabilmente il partito più centralista mentre la Lega non ci era riuscita durante il governo giallo-verde: “Salvini da segretario federale si è speso politicamente ed è altrettanto vero che il ministro Calderoli ha seguito in modo certosino la concretizzazione del progetto. Ma voglio ringraziare il governo nel suo complesso che in cento giorni ha fatto più di altri 5 governi nel recente passato”.

Sono contrari sindaci e governatori del Sud, la Cgil ha annunciato una mobilitazione, il clima è incandescente: “Il dibattito in corso è ragionevole. Chi si sente chiamato fuori dalla propria comfort zone fa fatica. Invece non è giustificabile la polemica da chi ha ruoli istituzionali e molto spesso, senza aver letto le carte, dipinge questa scelta come una tragedia. Questa non è la secessione dei ricchi e tanto meno è un’operazione occulta per distruggere parte del Paese. Le Regioni, fra loro, da Nord a Sud, sono gemelli siamesi. Trovo riprovevole e non giustificabile sentir dire che è una forma di secessione per spaccare l’Italia perché è come accusare il presidente della Repubblica di avallare operazioni secessioniste”. “Se fossi un governatore del Sud – osserva infine Zaia – sarei in festa perché, a processo ultimato, passerà un principio: più Stato dove serve e meno Stato dove non serve. L’Autonomia al Sud darà voce alla foresta che cresce e che non ha mai voce, un pezzo di Paese che ha voglia di modernità e crescita”.

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