La presenza a sorpresa del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, al 32mo vertice della Lega araba di Gedda “compensa” e “mette in secondo piano” la partecipazione del capo dello Stato siriano, Bashar al Assad, alleato numero uno di Mosca in Medio Oriente. Non solo: permette all’Arabia Saudita di smarcarsi dall’asse russo-cinese e di “mostrarsi sensibile” alla più grande preoccupazione del mondo occidentale, ovvero il sostegno a Kiev contro la Russia. Lo afferma ad “Agenzia Nova” il direttore dell’ufficio di Roma dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr), Arturo Varvelli. “Mi pare che la presenza di Zelensky a Gedda abbia una duplice valenza, sia per il presidente ucraino che per i sauditi. Naturalmente, Zelensky va fuori area e va soprattutto in una zona, come il Medio Oriente e l’Africa in particolare, molto scettica verso il sostegno che il mondo occidentale sta dando all’Ucraina”, spiega Varvelli, ricordando come i sauditi e i Paesi del Golfo in generale abbiano tenuto sulla guerra una “posizione molto ambigua, se non di supporto diretto o indiretto il qualche maniera alla Russia”.
Vale la pena ricordare che l’Arabia Saudita e la Russia guidano l’Opec+, l’alleanza dei Paesi produttori che, mantenendo alti i prezzi del petrolio nonostante le richieste contrarie degli Stati Uniti, sta aiutando Mosca a finanziare la guerra in Ucraina. “Sappiamo benissimo che ci sono degli interessi convergenti dei Paesi produttori di petrolio. C’è anche chi dice, e in realtà c’è anche qualche traccia, che i sauditi abbiano fatto un po’ da rivenditori talvolta del petrolio russo sotto sanzioni”, aggiunge ancora il direttore a Roma di Ecfr. Su Zelensky, secondo Varvelli “ci sono degli interessi molto forti perché si faccia percepire in una maniera molto diversa rispetto a quanto fatto finora e, anche in previsione di trattative future in sede Onu o altrove, si faccia più amici possibile in questo frangente”. Da parte sua, l’Arabia Saudita “ha capito che in questo scivolamento progressivo verso la Cina, quindi verso un mondo lontano da quello occidentale in questo momento”, andava in qualche modo compensato. Pechino, in effetti, è il primo acquirente di idrocarburi di Riad e ha recentemente mediato la normalizzazione dei rapporti tra i sauditi e l’Iran.
La mossa di invitare Assad a Gedda, dove il leader di Damasco è stato accolto trionfalmente dopo 12 anni di guerra, “non è stata concordata con il mondo occidentale, che ha sempre tenuto il presidente siriano in soffitta, anche se gli occidentali stanno valutando ormai da tempo la rinormalizzazione”, aggiunge Varvelli. Ecco perché “la presenza di Zelensky probabilmente compensa la percezione del vertice della Lega araba connotato dalla presenza di Assad e permette ai sauditi di mostrarsi sensibili a quelle che sono le prime e maggiori preoccupazioni del mondo europeo, occidentale e americano in questo momento: il sostegno all’Ucraina contro la Russia. In qualche maniera, i sauditi vogliono segnalare che non stanno prendendo una posizione anti-occidentale in generale, collocandosi sull’asse russo-cinese, ma anzi sono aperti, disponibili e sensibili alle percezioni di sicurezza del mondo occidentale”, conclude il direttore dell’ufficio di Roma dell’European Council on Foreign Relations.
Prendendo la parola al vertice arabo, Zelensky ha detto che Kiev sta “lavorando per porre fine al blocco navale imposto dalla Russia ai nostri porti”, esprimendo poi apprezzamento “per la mediazione saudita per il rilascio dei prigionieri”. Il principe ereditario e primo ministro dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman, ha sottolineato che è importante “risolvere pacificamente” la crisi in Ucraina. “Ribadiamo la posizione del Regno a favore di quanto contribuisce a ridurre l’intensità della crisi in Ucraina e a non deteriorare la situazione umanitaria”, ha affermato l’erede al trono saudita, esprimendo la volontà del suo Paese di proseguire gli sforzi di mediazione tra Russia e Ucraina. “Non vogliamo più che si ripetano i conflitti che hanno colpito i popoli della regione e che hanno scoraggiato lo sviluppo”, ha aggiunto Mohammed bin Salman. Nel febbraio scorso, l’Arabia Saudita aveva firmato un accordo e un memorandum di intesa con l’Ucraina, fornendo al Paese devastato dalla guerra 400 milioni in aiuti umanitari durante una visita di una delegazione di alto livello saudita a Kiev. Nei mesi precedenti, lo stesso Mohammed bin Salman aveva annunciato un piano di aiuti umanitari per l’Ucraina del valore di 400 milioni di dollari. Al contempo, a settembre 2022, il principe ereditario saudita aveva svolto un ruolo di primo piano negli sforzi di mediazione che hanno portato al rilascio di dieci prigionieri di guerra, tra cui due cittadini statunitensi.
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