Il discorso sullo Stato dell’Unione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, arriva in un momento molto delicato sul piano domestico e internazionale. Il presidente Usa parlerà di fronte al Congresso riunito alle 21 locali (all’una di domani in Italia), tre giorni dopo che il Pentagono ha abbattuto il pallone spia cinese che dal 28 gennaio sorvolava lo spazio aereo federale. Uno sviluppo che non solo acuisce ulteriormente le tensioni tra Washington e Pechino, forzando il segretario di Stato, Antony Blinken, ad annullare il viaggio in Cina previsto per l’inizio di febbraio, ma crea nuovi grattacapi ad una amministrazione già impelagata in uno stallo con i repubblicani al Congresso sul tetto al debito federale, raggiunto il mese scorso. La decisione di aspettare che il pallone raggiungesse l’Oceano atlantico ha già portato a forti critiche da parte dei repubblicani alla Camera dei rappresentanti, con il presidente della commissione Esteri, Michael McCaul, che sabato ha preteso “delle risposte”. “Farò in modo che il governo sia ritenuto responsabile di questa imbarazzante dimostrazione di debolezza”, ha detto. Anche i presidenti della commissione sulla Sicurezza interna e della nuova commissione per la competizione con la Cina, Mark Green e Mike Gallagher, hanno preannunciato nuove inchieste contro l’amministrazione.
Di ritorno dalla sua residenza a Camp David, in Maryland, dove si è ritirato nel fine settimana per dare gli ultimi ritocchi al discorso, Biden ha detto ieri ai giornalisti di avere ordinato l’abbattimento del pallone spia già mercoledì scorso, subito dopo essere stato informato. Tuttavia, si sarebbe poi deciso di aspettare che il velivolo (arrivato in Montana dal Canada, per poi attraversare il Paese volando verso Est) raggiungesse l’oceano per garantire la sicurezza della popolazione contro la caduta di eventuali detriti. “Abbiamo fatto la cosa giusta, e il governo cinese capisce la nostra posizione: non si tratta di rafforzare o indebolire le tensioni”, ha detto Biden ai giornalisti. Il presidente, inoltre, dovrà parlare al Congresso senza che sia stato raggiunto un accordo sull’innalzamento del tetto al debito federale. Il rischio di un default, che in ogni caso rappresenta una prospettiva contro cui ha messo in guardia anche il presidente repubblicano della Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy, potrebbe oscurare i risultati ottenuti dal governo sul fronte dell’economia.
Biden arriverà infatti al Congresso forte di una serie di successi in campo economico. I dati pubblicati venerdì scorso dal dipartimento del Lavoro hanno segnalato un tasso di disoccupazione pari al 3,4 per cento, con la creazione di 517 mila nuovi impieghi nel solo mese di gennaio. Si tratta di un dato che non si vedeva dal 1953, che si accompagna ad un incremento dello stipendio medio orario pari allo 0,3 per cento. Progressi, anche se più lenti, sono stati registrati anche sul fronte dell’inflazione, grazie alla politica aggressiva portata avanti dalla Federal Reserve, che solo cinque giorni fa ha annunciato un nuovo aumento dei tassi di interesse pari allo 0,25 per cento. A dicembre, il tasso di inflazione si è attestato al 6,5 per cento, dopo sei mesi consecutivi in discesa: un dato che è ancora lontano dal due per cento auspicato dalla Fed, ma comunque il più basso da ottobre del 2021.
La mancanza di progressi nelle trattative sul debito federale, però, rischia di compromettere l’impatto dei risultati ottenuti dal governo. In un discorso pronunciato ieri, McCarthy ha ribadito di essere pronto ad un compromesso, ma che un innalzamento del tetto da 31.400 miliardi non sarà approvato finché l’amministrazione Biden non avrà acconsentito a tagliare la spesa pubblica. Anche l’amministratore delegato di Bank of America, Mark Moynihan, ha affermato che l’istituto di credito “si sta preparando ad un possibile default”, poche ore dopo che la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, in diretta sull’emittente “Abc”, ha affermato che l’economia statunitense “è forte e resiliente: non si ha una recessione quando si creano 500 mila posti di lavoro”.
L’impatto di un Congresso diviso, aggravato ulteriormente dal ritrovamento di documenti classificati avvenuto lo scorso novembre nella residenza privata di Biden a Wilmington, in Delaware, si sta facendo sentire anche sul versante elettorale, minando in una certa maniera il risultato positivo ottenuto dai democratici alle elezioni di medio termine dello scorso novembre. Un sondaggio pubblicato ieri dal “Washington Post” e da “Abc News” ha rivelato che il 62 per cento dei cittadini statunitensi ritiene che Biden non abbia conseguito grandi risultati nei primi due anni del suo mandato. Solo il 36 per cento ha affermato che l’amministrazione ha ottenuto “grandi” o “buoni” risultati, mentre la maggioranza ritiene che non ci siano stati progressi su temi chiave come infrastrutture e occupazione.
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