Si è concluso oggi a Tokyo il colloquio di sicurezza nel formato “2+2” tra i ministri degli Esteri e della Difesa di Stati Uniti e Giappone, i primi nel loro genere dall’insediamento alla Casa Bianca del presidente Joe Biden. I segretari di Stato e della Difesa Usa, Antony Blinken e Lloyd Austin hanno incontrato le loro controparti giapponesi, Toshimitsu Motegi e Nobuo Kishi; al termine dei colloqui, i ministri hanno pubblicato un comunicato congiunto che esprime “grave preoccupazione” per la legge sulla Guardia costiera recentemente approvata dalla Cina, che fa di quell’istituzione un vero e proprio corpo paramilitare e l’autorizza ad aprire il fuoco nelle vicinanze delle isole Senkaku, l’atollo controllato dal Giappone e rivendicato da Pechino. “Gli Stati Uniti e il Giappone ribadiscono la loro opposizione a qualunque azione militare tesa a mutare lo status quo o a minare l’amministrazione del Giappone su quelle isole”, recita il comunicato. Il comunicato riafferma che l’Articolo 5 del trattato di sicurezza Usa-Giappone, che impegna gli Stati Uniti a difendere l’alleato asiatico in caso di aggressione, si applica anche all’atollo conteso. Nel corso del colloquio, i ministri hanno espresso inoltre la preoccupazione dei rispettivi paesi per lo stato dei diritti umani a Hong Kong e nella regione dello Xinjiang. I ministri hanno riaffermato l’impegno congiunto per conseguire la denuclearizzazione della Penisola Coreana.
Prima della ministeriale di sicurezza, il ministro degli Esteri del Giappone ha tenuto un colloquio con il segretario di Stato Usa. Durante l’incontro, Blinken e Motegi hanno ribadito il reciproco sostegno ai valori condivisi di democrazia, diritti umani e stato di diritto. Tali valori “sono minacciati in diversi luoghi, anche in questa regione, si tratti di Myanmar o della Cina”, ha detto Blinken, anticipando le critiche dirette alla Cina che i ministri dei due Paesi intendono esprimere nella dichiarazione congiunta diffusa a margine della ministeriale. Durante il colloquio, Motegi e Blinken hanno espresso soddisfazione per la riuscita del primo vertice in videoconferenza tra i leader del Quad, che riunisce Stati Uniti, Giappone, India e Australia. Motegi e Blinken hanno ribadito la determinazione dei rispettivi Paesi a promuovere la realizzazione del concetto di “Indo-Pacifico libero e aperto”, anche in collaborazione con i Paesi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean).
I due ministri hanno discusso questioni regionali come il programma nucleare nordcoreano, lo stato dei diritti umani in Cina e il golpe militare in Corea del Nord. I ministri hanno ribadito l’impegno a cooperare per la denuclearizzazione della Penisola Coreana, ed hanno espresso preoccupazione per i tentativi di Pechino di “alterare lo status quo nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale”. Motegi e Blinken hanno criticato le modifiche al sistema elettorale di Hong Kong e il trattamento della minoranza uigura nella regione dello Xinjiang; hanno inoltre concordato riguardo l’esigenza di contrastare assieme pratiche distorsive del mercato come le sovvenzioni alle aziende di Stato cinesi e le violazioni della proprietà intellettuale. Per quanto riguarda il Myanmar, i due capi della diplomazia hanno chiesto congiuntamente la fine delle violenze sui civili e la liberazione del consigliere di Stato, Aung San Suu Kyi. I ministri hanno anche discusso le tensioni tra Stati Uniti e Iran: il Giappone ha promesso di proseguire gli sforzi diplomatici tesi a stabilizzare la situazione nel Medio Oriente.
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