Margrethe Vestager, per nove anni commissaria europea alla Concorrenza, ora è in corsa per la Banca europea degli investimenti (Bei). “La banca deve assumere un ruolo più strategico, in linea con i cambiamenti strategici dell’Europa”. Attualmente i maggiori beneficiari dei finanziamenti della Bei sono nell’ordine la Spagna, l’Italia e la Francia. “Voglio che la banca sia la banca di tutti i Paesi, grandi e piccoli. In questo senso, vorrei prima di tutto completare il lungo processo di coesione. Si tratta di un impegno che ancora non abbiamo pienamente mantenuto. Credo sia anche urgente migliorare la rete di infrastrutture transfrontaliere in Europa. Più in generale, vorrei che la Bei intervenisse là dove il mercato sta fallendo”. Alcuni Paesi, come la Francia, vorrebbero ampliare il campo d’azione della banca, finanziando progetti nel nucleare o nella difesa: “Non ho dubbi morali. Sono molto pragmatica. Vedo solo un problema. Sono pronta a finanziare nuovi settori, ma non possiamo trasformare la Bei in un campo di battaglia politico. In questo senso, il nucleare rimane un argomento controverso. Non vi è consenso politico. Un’ultima annotazione: so bene che quando uso la corrente elettrica nel mio Paese, la Danimarca, una parte dell’elettricità è prodotta da centrali nucleari in Svezia”. Anche sul versante militare la questione è più complessa di quanto si pensi solitamente.
“Il concetto stesso di uso doppio (dual use in inglese) del materiale sta cambiando. In passato, le invenzioni militari sarebbero state usate a fini civili. Oggi le cose vanno anche nel senso inverso. È un tema che andrà discusso”. Sempre a proposito di tecnologia, il ritardo europeo rispetto alla Cina o agli Stati Uniti rimane enorme, malgrado gli sforzi di questi anni: “Non posso giudicare il ruolo della Bei in questo frangente. Credo però che vi sia un fallimento del mercato nel finanziare il passaggio di innovazioni dallo stadio di prototipo alla produzione in serie. In molti casi, le imprese possono ottenere aiuti dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita, da Singapore, quasi mai dall’Europa. La banca ha certo un ruolo da giocare in questo campo”. Per quel che riguarda infine la possibilità di usare denaro comunitario per investire nel capitale di aziende all’avanguardia: “Già oggi il Consiglio europeo per l’Innovazione sta investendo circa 10 miliardi di euro. Ha creato una decina di ‘aziende unicorno’ e un centinaio di attività economiche del valore di oltre 100 milioni di euro. La necessità è ovvia. Anche il percorso da seguire è ovvio, in modo da rendere l’Europa più dinamica e progredita”, ha concluso Vestager.
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