Il presidente russo, Vladimir Putin, può porre fine alla guerra che ha mosso contro l’Ucraina “in qualsiasi momento, con un solo ordine”. La Russia è “responsabile” del conflitto. È quanto dichiarato dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, durante il discorso che ha tenuto alla 78ma Assemblea generale dell’Onu, in corso a New York. Come riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, il capo del governo federale è poi tornato a mettere in guardia contro “soluzioni fasulle” per la guerra nell’ex repubblica sovietica che hanno “la parola pace soltanto nel nome”. Al riguardo, Scholz ha evidenziato che “la pace senza libertà significa oppressione, la pace senza giustizia si chiama diktat” è ciò “deve essere finalmente compreso anche a Mosca”. Affinché ponga fine alla guerra in Ucraina, Putin deve capire che gli Stati membri dell’Onu prendono “sul serio” il loro principi e non vedono più “alcuno spazio per revisionismo e imperialismo nel mondo multipolare del 21mo secolo”.
Scholz ha ricordato che la Repubblica federale tedesca e la Repubblica democratica tedesca aderirono all’Onu 50 anni fa, sulla base di tre requisiti: “la rinuncia alla violenza come mezzo politico, il rifiuto di qualsiasi forma di revisionismo compresa la modifica dei confini, e l’impegno alla cooperazione al di là delle divisioni”. Il cancelliere ha quindi sottolineato che la Germania riunificata continua a sentirsi impegnata verso questi ideali. Nel citare Willy Brandt, cancelliere dal 1969 al 1974, Scholz ha affermato: “In un mondo in cui tutti dipendono sempre più da tutti gli altri, la politica di pace non deve fermarsi alla propria porta di casa”. Per tale motivo, è necessaria più cooperazione e non meno, come talvolta si auspica oggi con espressioni quali “disaccoppiamento” o “collaborazione soltanto tra chi la pensa allo stesso modo”. Per il capo del governo federale, “questo è l’unico modo per ridurre i rischi di dipendenze eccessivamente unilaterali”. Ciò è ancora più vero in un mondo multipolare, che non è un nuovo ordine internazionale, ma una descrizione della situazione. Al riguardo, Scholz ha osservato che è un errore associare la multipolarità che “i Paesi più piccoli siano il cortile dei più grandi”.
Il cancelliere ha quindi chiesto una riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu, sostenendo che “l’Africa merita più peso, così come l’Asia e l’America Latina” e ha evidenziato che, nell’organo esecutivo delle Nazioni Unite, “nessun Paese dovrebbe bloccare negoziati a tempo indeterminato con massime richieste”. A ogni modo, spetta all’Assemblea generale decidere sulla riforma del Consiglio di sicurezza, ha affermato Scholz, senza un esplicito riferimento ai piani della Germania per un seggio permanente. Nel richiedere sostegno alla candidatura del suo Paese come membro non permanente del Consiglio di sicurezza per il 2027-2028, il cancelliere ha infine dichiarato che la Repubblica federale tedesca vuole assumersi la responsabilità in tale ruolo fino alla riforma dell’organo oesecutivo dell’Onu.
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