Il dipartimento della Difesa e il dipartimento di Stato Usa “non sono in linea” in merito alle modalità e all’entità dell’assistenza militare statunitense all’Ucraina, e le divergenze stanno emergendo in concomitanza con la conclusione del mandato del generale Mark Milley come capo dello stato maggiore congiunto delle Forze armate Usa. Lo scrive “Politico”, sottolineando che l’avvicendamento ai vertici delle forze armate giunge proprio mentre nell’Occidente si moltiplicano segnali di affaticamento sul piano della volontà politica e della disponibilità materiale per l’assistenza al Paese invaso dalla Russia. Come principale consulente militare del presidente Usa Joe Biden, Milley ha avuto un ruolo di primo piano nei processi decisionali degli Stati Uniti riguardo il conflitto dell’Ucraina, dalla scelta delle tipologie e dei quantitativi di armi da inviare a Kiev sino alle modalità di addestramento delle forze di quel Paese. Milley è noto anche per la sua relazione personale di lungo corso con l’omologo ucraino Valerii Zaluzhnyi e con altri capi delle forze armate in tutto il mondo. Assieme al segretario della Difesa Usa Lloyd Austin, Milley è stato il più convinto promotore del sostegno militare occidentale all’Ucraina. Il suo successore, il generale della Forza aerea Charles Q. Brown, si troverà a sostenere la stessa linea in un contesto assai più difficile, come dimostrato dalle crescenti resistenze politiche del Partito repubblicano Usa e dalla decisione della Polonia di interrompere gli invii di aiuti militari al vicino aggredito: una risoluzione che presto potrebbe essere annunciata anche dalla Francia.
Secondo “Politico”, i vertici del governo Ucraino hanno fiducia in Brown, e sono convinti che il prossimo capo di stato maggiore Usa si batterà per l’invio di sistemi d’arma avanzati a Kiev. A Washington, però, è diffusa la sensazione che l’avvicendamento al vertice delle forze armate possa coincidere con “un punto di svolta” nell’approccio degli Stati Uniti al conflitto. In questo contesto si inserirebbero anche le divergenze tra Pentagono e dipartimento della Difesa riguardo l’entità, la qualità e le tempistiche degli aiuti militari all’Ucraina: Milley e Austin sono stati forti proponitori del progressivo incremento della pressione militare sulla Russia tramite il superamento delle “linee rosse” poste da Mosca: prima con l’invio degli avanzati sistemi lanciarazzi multipli Himars, poi con l’assistenza non dichiarata alla selezione di obiettivi in Crimea, e ancora col via libera all’invio a Kiev di missili antiradar Harm, caccia F-16, bombe a grappolo, proiettili per carri armati all’uranio impoverito e da ultimo l’ormai certa fornitura di missili balistici da teatro Atacm. Una fonte citata da “Politico” sottolinea che il dipartimento di Stato esprime una linea di maggior cautela: “Il dipartimento di Stato guarda alle opportunità (diplomatiche), il dipartimento della Difesa alle minacce”, ha spiegato la fonte. “I tizi alla Difesa direbbero che devono pensare ai pro e i contro di ogni decisione relativa agli armamenti, e che la responsabilità ricade su di loro”.
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