Tunisia: sanzioni fino all’ergastolo per chi specula sulle materie prime sovvenzionate dallo Stato

Il decreto mira a contrastare la speculazione illegale per garantire il regolare approvvigionamento del mercato delle materie prime e per mettere in sicurezza i canali di distribuzione in un momento di grave difficoltà, con il Ramadan alle porte e le importazioni dal Mar Nero bloccate

kais saied - tunisia

Chi specula sulle materie prime sovvenzionato dallo Stato in Tunisia rischia l’ergastolo. E’ quanto emerge da un decreto presidenziale relativo alla lotta alla speculazione illegale firmato il 20 marzo del capo dello Stato, Kais Saied, e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica tunisina. Il decreto mira a contrastare la speculazione illegale per garantire il regolare approvvigionamento del mercato delle materie prime e per mettere in sicurezza i canali di distribuzione in un momento di grave difficoltà, con il Ramadan alle porte e le importazioni dal Mar Nero bloccate.

Nel dettaglio, il decreto prevede sanzioni fino a 10 anni di reclusione e una multa di 100 mila dinari (più di 30 mila euro) per chiunque commetta uno degli atti descritti come speculazione illecita nel testo. Se relativa alle materie sovvenzionate dal bilancio dello Statom, farmaci e altri materiali farmaceutici, gli speculatori saranno condannati a 20 anni di carcere e al pagamento di una multa di 200 mila dinari (61 mila euro).

La pena sale a 30 anni e 500 mila dinari (154 mila euro) se la speculazione illegale è stata commessa in casi eccezionali o all’insorgere di un’emergenza sanitaria o allo scoppio di un’epidemia oppure quando accade un disastro. Si applica la pena dell’ergastolo e della multa di 500 mila dinari se i reati di speculazione sono stati commessi da una banda o un’organizzazione criminale e se i prodotti contrabbandati all’estero.

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