I flussi migratori illegali dalla Tunisia verso l’Italia sono destinati ad incrementare data l’attuale situazione politica, economica e sociale nel Paese nordafricano. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” Majdi Karbai, deputato tunisino eletto in Italia in rappresentanza del partito Corrente democratica, commentando la relazione annuale del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Secondo il Copasir, infatti, “i flussi migratori dalla Tunisia, principalmente verso l’Italia, non possono non risentire della complessa situazione interna e sono in continuo aumento”. Karbai, che segue da tempo il dossier dei migranti tunisini in prima persona, ha confermato che il trend è in aumento. “Nel 2020 sono arrivati in Italia quasi 13 mila tunisini, mentre nel 2021 sono aumentati a 15 mila. Adesso siamo a circa 400 da inizio anno. Per comprendere meglio i flussi bisogna aspettare il bel tempo in primavera o in estate, ma il numero di tunisini che emigreranno è destinato ad aumentare a causa della situazione politica, economica e sociale attuale”, ha detto il deputato del parlamento “sospeso” dal 25 luglio scorso.
Secondo il report del Copasir, la Tunisia è scossa da diversi anni da una pesante crisi economica, politica e sociale. “Nonostante fosse considerato l’unico caso di successo delle primavere arabe, il protrarsi di criticità importanti quali una forte disoccupazione e la decisione del presidente Kais Saied di assumere su di sé il potere esecutivo nel luglio del 2021 hanno ulteriormente messo in luce le contraddizioni serpeggianti nel Paese e ha scatenato il malcontento dei cittadini verso un sistema che non sembra in grado di affrontare tale crisi, peraltro aggravata dalla pandemia”, aggiunge la relazione. Karbai ha accusato il presidente Saied di voler trasformare la Tunisia “in una dittatura”, circostanza che potrebbe avere un impatto sui flussi migratori e sullo status dei tunisini all’estero. “Se l’Europa o l’Italia dovessero classificare la Tunisia come un Paese non sicuro o a rischio instabilità, i tunisini che emigrano in Italia potrebbero chiedere protezione internazionale”, ha detto ancora il deputato.
Il Copasir ha aggiunto che “le reazioni alla sospensione delle garanzie democratiche sono state varie: la Turchia si è dimostrata fortemente preoccupata, anche perché legata ai Fratelli musulmani, mentre Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita hanno giudicato positivamente la mossa di Saied”. Intanto, il capo dello Stato ha annunciato di voler sciogliere anche il Consiglio superiore della magistratura (Csm): una decisione ha suscitato numerose proteste interne e condanne internazionali. Gli ambasciatori dei Paesi membri del G7 (tra cui figura anche l’Italia), l’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno espresso tutti forte preoccupazione per le ultime decisioni del presidente della Repubblica tunisina. Saied ha però respinto con forza le critiche, spiegando che “la Tunisia è un Paese sovrano che conosce i trattati e le convenzioni internazionali meglio di quanto si dica”. Oggi, intanto, è in corso un sit-in di protesta organizzato dall’Associazione nazionale dei magistrati davanti al Palazzo di giustizia della capitale: la dimostrazione avrebbe dovuto tenersi davanti alla sede del Csm, chiusa dalle forze del ministero dell’Interno su ordine di Saeid, ma gli organizzatori hanno cambiato luogo per motivi di sicurezza.
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