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Tshisekedi sceglie come ministro della Difesa l’ex leader del Movimento per la liberazione del Congo Bemba

La nomina arriva mentre nell'est della Rdc fervono i combattimenti fra l'esercito congolese e i miliziani del Movimento 23 marzo (M23)

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Il presidente della Repubblica democratica del Congo, Félix Tshisekedi, ha nominato l’ex leader del Movimento per la liberazione del Congo (Mlc) Jean-Pierre Bemba, come nuovo ministro della Difesa. Lo riferiscono i media locali. Già ex vicepresidente del Paese, Bemba è stato assolto in appello nel 2018 dalla Corte penale internazionale (Cpi), che lo aveva condannato in primo grado per non aver impedito all’Mlc, gruppo armato di cui è stato a lungo il leader di commettere crimini contro l’umanità. La sua nomina arriva mentre nell’est della Rdc fervono i combattimenti fra l’esercito congolese, sostenuto dagli alleati regionali, e i miliziani del Movimento 23 marzo (M23), gruppo filo-ruandese riformatosi nel 2019 che ha ripreso ad effettuare attacchi e che conduce da mesi un’offensiva in direzione di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu. Le violenze connesse alla risposta militare del governo federale e dalla schierata forza congiunta della Comunità regionale dell’Africa orientale (Eac) hanno provocato finora migliaia di sfollati ed aggravato la già difficile situazione umanitaria e della sicurezza locale. Tshisekedi ha anche nominato come ministro dell’Economia il suo ex capo di gabinetto, Vital Kamerhe, politico noto per la sua opposizione al precedente governo e rilasciato in appello lo scorso anno dopo aver affrontato una condanna in primo grado per appropriazione indebita.

In primo grado, l’ex leader dell’Mlc Bemba era stato in particolare ritenuto penalmente responsabile per gli omicidi, gli stupri e i saccheggi commessi dalle sue milizie tra l’ottobre 2002 e il marzo 2003 nella Repubblica Centrafricana. La sentenza, emessa nel giugno 2016, era stata la prima a condannare un leader militare secondo il principio della “responsabilità di comando” e ad includere la violenza sessuale tra i crimini di guerra. Secondo il verdetto, Bemba non avrebbe adottato “tutte le misure necessarie” per prevenire il compimento di questi crimini, dal momento che avrebbe dovuto avere un “controllo effettivo” sui suoi uomini. La sentenza aveva inoltre rappresentato il culmine del caso iniziato nel 2007, quando la Corte aveva aperto un’inchiesta che, l’anno successivo, avrebbe portato all’arresto di Bemba, in esilio in Belgio. Nel 2009 un giudice della Corte aveva confermato le accuse contro il leader dell’Mlc e il pubblico ministero aveva chiesto per Bemba una pena detentiva di 25 anni.

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