Le tre misure cautelari agli arresti domiciliari chiesti dalla procura di Roma e accolte dal Gip capitolino per Andelko Aleksic 41 anni, Vittorio Farina 65 anni, già attivo nel settore della carta stampata e Domenico Romeo 51 anni indagati a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata nonché, Aleksic e Farina, anche per traffico di influenze illecite, sono motivate dal gip che sostiene sussista “il concreto pericolo di reiterazione del reato. L’emergenza sanitaria è ancora in corso è dalle intercettazioni effettuate emerge che è ancora in atto una intensa attività di procacciamento di nuovi contratti di fornitura”. Si legge nell’ordinanza con la quale questa mattina sono stati arrestati i tre indagati di aver truffato la Protezione Civile del Lazio.
“Farina, grazie ad amicizie di personaggi noti – scrive il Gip – riesce ad avere contatti con pubblici amministratori che nel periodo della pandemia si occupano delle forniture pubbliche di dispositivi medici e di protezione individuale. È lo stesso Farina, parlando con l’altro indagato Aleksic, il 5 ottobre 2020, a raccontare di aver ottenuto la promessa dal commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, di inserire la Ent” la società con la quale avevano venduto alla Protezione civile del Lazio 5 milioni di mascherine non certificate “quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica e Fca per l’approvvigionamento di un’ingente quantità di mascherine chirurgiche da destinare alle scuole”. Le intercettazioni tra i due sono chiare in merito a quanto Farina si senta coinvolto nell’affare mascherine mentre la pandemia impazza e sono alte le preoccupazioni per la riapertura della scuola.
Il 3 settembre Farina, in occasione di un ulteriore viaggio a Roma è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Arcuri. In una telefonata sostiene di aver ricevuto “una promessa dal commissario straordinario, che se va in rottura di stock con i due fornitori principali che so Fiat e Luxottica e le prende da me“. Una circostanza ripetuta anche in altre telefonate. “Domenico mi ha promesso – dice Farina il 3 settembre al socio in affari – che se gli arriva la lettera, autorizza quell’acquisto, la dovrebbe fare oggi; oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l’ordine. C’ho anche un settanta possibilità (forse per cento) che ti faccio pure il Lazio. Sto sopra ste cose, sto facendo un buon lavoro. Avanti indietro, avanti indietro”. Il riferimento è legato ad una partita di guanti che i due dovrebbero vendere alla protezione civile della Sicilia e alla prospettiva di venderle anche alla protezione civile del Lazio.
Il 9 settembre Farina chiama Aleksic dicendogli “dovrebbe arrivare l’ordine oggi“: la notizia genera soddisfazione nell’interlocutore e Farina gli assicura “Tu lasciami lavorare, c’ho ampia delega da te, ti faccio diventare molto, molto benestante, forse potresti anche essere considerato ricco. Domani li vedo tutti quanti, domani c’ho un vertice importante. Comunque ti dico che adesso ti arriva l’ordine di Cento, quello delle mascherine è in trasmissione” e Aleksic replica “quindi non 400?” e Farina: “No, no qua ce lo fanno appresso l’altro. Ma la cosa importante è che quell’altro ci autorizza a comprare tutto”.
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