“C’è un caos globale, non un complotto”. Giulio Tremonti, che dell’ultimo governo di centrodestra a guida Berlusconi fu il ministro dell’Economia, smonta in una intervista a “Repubblica” le tesi che si stanno diffondendo in ambienti governativi su una regia internazionale dietro i problemi (dall’aumento del costo del denaro alla bomba immigrazione) che angustiano la premier, Giorgia Meloni. “La situazione attuale – precisa – non è paragonabile a quella del 2011”. Tremonti, testimone d’eccezione della caduta del Cavaliere, spiega perché. “Stiamo vivendo uno shock che altera le strutture sociali, paragonabile, se vuole, all’effetto che spiegò nel `500 la conquista dell’America, assieme all’altro fenomeno che fu l’invenzione della stampa, comparabile invece oggi all’intelligenza artificiale. Siamo in mezzo a un nuovo mundus furiosus, con la fine dell’utopia della globalizzazione e di uno sviluppo positivo e progressivo. Oggi vedi guerre e asimmetrie violente.
Il nostro governo si ritrova nel pieno di questi fenomeni”. Sembra prenderla alla larga. “Non troppo. La guerra ha avuto un effetto anestetico, ha ridotto le tensioni politico-finanziarie internazionali in nome del fronte comune. Nel decennio precedente, sul piano economico, la ricetta era stata quella di stampare moneta, ridurre i tassi a zero, la Bce aveva violato le regole dell’euro comprando titoli di Stato. Di conseguenza, si era compressa artificialmente l’inflazione”. “Ma ora – incalza l’ex ministro – tutto è in cambiamento, quella tendenza è contraria. Bisogna gestirla. Alla premier va dato atto di avere intuito l’intensità della mutatis rerum”.
I nodi però ora vengono al pettine. C’è la manovra, il rialzo dei tassi, un maxi debito pubblico. “La situazione è difficile, qualcuno aveva sperato che l’Italia fosse la locomotiva d’Europa e non è vero. Però non credo che la nostra economia sia messa peggio delle altre, ad esempio della Germania, costretta a fronteggiare la crisi del suo modello economico: import di energia a basso costo dalla Russia ed export di prodotti di alto valore in Asia. E un debito pubblico rilevante ce l’ha pure la Francia”. Quanto alla fine della luna di miele con gli italiani: “Le condizioni economiche e sociali si stanno deteriorando in tutta Europa, e ciò ha un effetto dappertutto sulla fiducia dei cittadini. Ma il patto del governo italiano con le parti sociali mi sembra una mossa intelligente. L’errore da non commettere sarebbe quello di non fare una manovra prudente, ragionevole, senza cedimenti elettorali. Lo potremmo pagare a caro prezzo. Ma non credo che lo faremo”. Gli analisti dicono che la fiducia la stanno perdendo i mercati, specie dopo la legge che taglia gli extraprofitti delle banche. “Una tassa sugli extraprofitti – ricorda l’ex ministro – la facemmo anche nel 2008 ma non suscitò queste reazioni. Diciamo che stavolta si sarebbe potuta formulare meglio. Tra l’altro, il limite è stato quello di escludere dal provvedimento le banche piccole, ignorando che anche queste possono trarre utili dal differenziale fra interessi sui mutui e depositi. Ma è già in discussione la modifica”, ha concluso Tremonti.
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