Dirompente, innovativo e offensivo. Con queste parole Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha descritto il piano strategico del colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fca e Psa, durante la presentazione odierna dei risultati 2020 delle due società. Un momento “commovente” per il manager portoghese, che nel “chiudere il capitolo di Fca e Psa” si è detto “orgoglioso di dare il via a quello nuovo di Stellantis”. Un percorso importante da affrontare per il nuovo colosso dell’automotive, che tuttavia parte con una posizione finanziaria solida grazie alle performance di Fca e Psa, rimaste “forti” a dispetto delle incertezze e distorsioni derivanti dalla pandemia: entrambi i gruppi hanno infatti chiuso il 2020 con margini in positivo. Di particolare rilievo il quarto trimestre, soprattutto per la casa italo-americana che nell’anno ha registrato un utile netto in pareggio (1,9 miliardi di euro nella versione adjusted), e un Ebit adjusted a 3,7 miliardi con margine pari al 4,3 per cento. Redditività elevata anche per i francesi di Psa, che registrano un utile netto pari a 2,2 miliardi di euro e un margine operativo adjusted pari al 7,1 per cento sulle attività automotive, per le quali nel secondo semestre è stato registrato un record ribadito anche da Tavares durante la call con gli analisti finanziari.
Una base di partenza sicuramente solida quindi, a cui secondo Tavares avrebbe contribuito fortemente anche la performance di Fca che nel quarto trimestre 2020 ha registrato un record sia a livello di Gruppo che in Nord America, con un Ebit rettificato pari rispettivamente a 2,3 e 2,2 miliardi di euro e margini dell’8,2 e dell’11,6 per cento. “Fca ha conseguito risultati solidi nonostante l’impatto della pandemia: a riflettere meglio la performance del Gruppo sono i dati del quarto trimestre, che confermano una base finanziaria solida”, ha affermato Mike Manley durante la presentazione dei conti, aggiungendo che tutti i segmenti del Gruppo hanno mostrato redditività. Un avvenimento che, secondo il chief financial officer Richard Palmer, non si verificava dal 2018. “Questi risultati dimostrano la solidità di Stellantis che nasce da due realtà sane e forti: rimaniamo fortemente concentrati sul raggiungimento delle sinergie annunciate in precedenza”, ha commentato Tavares, aggiungendo che nella guidance 2021 del nuovo gruppo è stimato un margine operativo adjusted compreso tra il 5,5 e il 7,5 per cento, assumendo che non vi siano ulteriori serrate associate alla pandemia.
Sarà quindi di grande portata il piano strategico che verrà annunciato in occasione del prossimo Capital Markets Day di Stellantis, attualmente in programma tra la fine dell’anno corrente e l’inizio del 2022. Quello che è certo, ha ribadito più volte Tavares durante la call con gli analisti, è che “non sarà un piano di difesa: non accettiamo di essere messi in un angolo, né essere considerati dei dinosauri all’interno del settore a causa della nostra storia”. La fusione, ha continuato, sarà “una boccata d’aria fresca in un mondo che si muove sempre più velocemente: si tratta di un’opportunità straordinaria, e in nessuno caso accetteremo di essere considerati come una compagnia automobilistica tradizionale”. Dimostreremo, ha aggiunto, di “poter essere efficienti e innovativi in qualsiasi occasione, e di essere in grado di prendere decisioni disruptive quando necessario”. Rimandato al prossimo futuro il dibattito sulla politica dei dividendi, nonostante il consiglio di amministrazione abbia proposto all’assemblea del 15 aprile la distribuzione di un miliardo di euro, che va tuttavia considerata nel quadro della chiusura della fusione.