Il fenomeno delle migrazioni non è solo una questione italiana, ma è una questione europea e internazionale. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, all’inviato dell’emittente radiotelevisiva curda “Rudaw”, Diyar Koura.
“Il problema è la necessità di adottare misure energiche contro i trafficanti di esseri umani”, ha aggiunto Tajani, definendo questi ultimi “come i trafficanti di droga e di armi”. “Noi siamo a favore dei migranti regolari”, ha continuato il capo della diplomazia italiana, “abbiamo bisogno di personale nei settori agricolo e industriale, ma è difficile per noi quando migliaia di persone vengono ogni giorno, con il desiderio di andare in Germania e in Francia”. Tajani, infatti, ha precisato che i migranti “non vogliono restare in Italia”.
“Si tratta di una questione importante, che necessita di un’azione europea”, ha dichiarato, “penso che le Nazioni Unite debbano svolgere un qualche ruolo per produrre risultati positivi”. Il ministro italiano ha quindi affermato che “abbiamo bisogno che tutti gli organismi dello Stato giochino un ruolo, perché il problema è la stabilità dei Paesi dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente”.
Tajani, a tal proposito, ha citato gli esempi della Siria e dell’Afghanistan: “Le persone lasciano questi Paesi perché la situazione è molto complessa”. In una precedente intervista a “Rudaw”, la responsabile del Dipartimento per l’immigrazione della Croce Rossa italiana, Francesca Basile, aveva spiegato che i migranti che arrivano a Lampedusa sono trasferiti in altre regioni, precisando che nel centro di accolglienza sull’isola vi sono oltre 2.000 migranti. Tuttavia, aveva aggiunto Basile, il fascicolo è di difficile gestione perché a Lampedusa arrivano sempre nuovi migranti.
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