Il governo italiano è convinto che “si debba fare di tutto per garantire l’indipendenza dell’Ucraina”, premessa necessaria a un’inevitabile trattativa di pace. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso della trasmissione “Mezz’ora in più” in onda su Rai Tre. “In questo momento si deve fare di tutto per garantire l’indipendenza dell’Ucraina, perché questo permetterebbe a Kiev di sedersi al tavolo della pace”, ha detto il ministro, ricordando che l’Italia lavora per la pace ed è pronta a inviare “solo armi difensive”.
“Non siamo in guerra con la Russia, non abbiamo nulla contro il popolo russo, e non ci saranno carri armati italiani in Ucraina”, ha sottolineato. “Zelensky e Putin alla fine dovranno sedersi al tavolo delle trattative. Stati Uniti, Cina, Turchia, Vaticano e soprattutto l’Onu hanno il grande compito di trovare una soluzione”, ha detto il ministro, secondo cui “si potrebbe iniziare dalla centrale di Zaporizhzhia, un territorio fortemente a rischio, nel caso si dovesse iniziare a combattere nei paraggi”. Con l’agenzia nucleare delle Nazioni Unite si lavora per “cercare di trasformare la centrale in una zona franca, dove non si combatte, così come è importante tenere aperti i corridoi del frumento, per far arrivare grano ai territori più disagiati dell’Africa”.
Gli scontri degli ultimi giorni confermano il clima di “grande tensione” in Medio Oriente e la necessità di “far di tutto perché diminuisca”, ha affermato Tajani. “Bisogna lavorare intensamente a livello diplomatico”, ha detto Tajani ricordando la posizione italiana del principio “due popoli, due Stati”, anche se “purtroppo c’è chi non vuole, perché quando si comincia a fare attentati, si cerca di cavalcare l’escalation, la situazione è difficile”. Il ministro ritiene al momento “eccessivo” l’allarme di un collegamento diretto tra la crisi in Ucraina e quella in Medio Oriente, con l’intervento dell’Iran in appoggio alla Russia, pur invitando a lavorare “perché questo non accada mai”. L’Italia “è fortemente impegnata a garantire stabilità nel Mediterraneo allargato”, ha detto Tajani ricordando che la stessa agenda delle missioni estere svolte dal governo punta a far giocare a Roma un “ruolo di forza di pace nella regione”.
Dopo gli attacchi alle sedi diplomatiche ad Atene, Berlino e Barcellona, il governo italiano ha allertato e intensificato la sicurezza in tutte le ambasciate, ha detto il ministro. “Abbiamo reagito sin dall’inizio, elevando la sicurezza in tutte le ambasciate italiane nel mondo”, ha detto Tajani, parlando dell’invio di altre unità di Carabinieri nelle località ritenute più sensibili. Al tempo stesso, “polizia e elementi della Guardia di finanza impegnate nel contrasto alla criminalità internazionale collaborano con le polizie dei Paesi ospitanti per un adeguato scambio di informazioni”. Il ministro si è detto “convinto che la rete sia stata messa in sicurezza, ma che è bene comunque non abbassare la guardia”, perché, pur senza “esagerare nell’allarme”, è importante tutelare la sicurezza delle persone che lavorano nelle sedi diplomatiche.
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