La Cina sarà in grado di organizzare un’invasione di Taiwan su larga scala entro il 2025. Sono le parole del ministero della Difesa dell’Isola, Chiu Kuo-cheng, che ieri ha preso parte ad una audizione parlamentare. “È la situazione più difficile che io abbia mai visto in oltre 40 anni di vita militare”, ha detto il capo della Difesa, riferendosi alla sortita di 149 aerei militari condotta dalla Repubblica Popolare all’interno della Zona di identificazione aerea taiwanese dal primo al quattro ottobre. Nel contesto delle crescenti tensioni tra le due sponde dello Stretto, “I comunisti avrebbero già la capacità di attaccarci, ma devono considerare i costi e le conseguenze di un conflitto”, ha spiegato Chiu.
La conquista di Taiwan da parte della Repubblica popolare cinese avrebbe effetti “catastrofici” per la stabilità in Asia e per il sistema di alleanze democratiche. È quanto dichiarato dalla presidente di Taipei, Tsai Ing-wen, in un articolo scritto per la rivista statunitense “Foreign Affairs”. Facendo eco alle parole pronunciate dal premier Su Tseng-chang, Tsai ha affermato che “la minaccia rappresentata dal Partito comunista cinese” è sotto gli occhi della comunità internazionale, che dovrebbe “comprendere il valore di cooperare con l’isola”. Nell’opinione della presidente, la sottomissione di Taiwan alla Cina significherebbe che “l’autoritarismo ha avuto il sopravvento sulla democrazia”; Taiwan, infatti, è un “Paese indipendente” e persegue una “convivenza pacifica, prevedibile e reciprocamente vantaggiosa con i suoi vicini”. Nonostante il sostegno della comunità internazionale l’isola non terrà mai una condotta “avventurista” nei confronti di Pechino, ha detto Tsai ribadendo l’invito al dialogo con la Cina.
Tuttavia, se Pechino continuerà a respingere gli inviti di Taipei a colloqui “senza precondizioni” e ad intensificare la propria aggressività sul piano militare, ha sottolineato la presidente, Taiwan “farà tutto il necessario per difendersi”. Le parole di Tsai Ing-wen giungono in una fase di tensione senza precedenti tra le due sponde dello Stretto. Negli ultimi cnque giorni l’aeronautica militare cinese ha ripetutamente violato la Zona di identificazione della difesa (Adiz) taiwanese facendo decollare 149 tra cacciabombardieri e aerei da guerra antisommergibile. Nella giornata di lunedì il ministro degli Esteri dell’isola, Joseph Wu, ha auspicato colloqui con l’Australia per “preparare l’isola ad affrontare lo stato di guerra”, minacciando la Cina di “tremende sofferenze” in caso di un ipotetico scontro con Taiwan.
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