Trenta velivoli militari dell’Aeronautica cinese hanno varcato oggi il perimetro sud-occidentale della Zona d’identificazione della difesa aerea (Adiz) di Taiwan, segnando la sortita più consistente dallo scorso 23 gennaio, quando gli aerei rilevati erano stati 39. Lo annuncia il ministero della Difesa di Taipei su Twitter, precisando che la formazione includeva sei caccia J-16, otto caccia J-11, due aerei da combattimento Su-30 e altri velivoli. L’isola ha risposto attivando i propri meccanismi di difesa aerea ed emettendo avvertimenti radio. Come ribadito più volte dagli ufficiali di Pechino, operazione di questo tipo hanno lo scopo di riaffermare la sovranità della Repubblica popolare sull’isola autogovernata, considerata una provincia secessionista.
Pur considerando le caratteristiche dello Stretto un valido deterrente a un attacco da parte dell’esercito cinese, Taiwan ha investito massivamente nel perfezionamento del proprio apparato difensivo. A gennaio il parlamento ha approvato un bilancio extra per le forze armate da 8,55 miliardi di dollari, finalizzato all’acquisto di missili e navi con cui contrastare le pressioni militari da parte del gigante asiatico. L’isola sta inoltre aggiornando le proprie attrezzature ed espandendo la propria produzione missilistica, che dovrebbe raddoppiare a 497 unità entro fine anno. Contestualmente, le forze armate stanno lavorando allo sviluppo di due nuovi veicoli militari: il primo si basa sul CM-32 Clouded Leopard, un veicolo blindato a otto ruote con una mitragliatrice Browning M2 da 12,7 millimetri. Il secondo è un mezzo da ricognizione tattica a quattro ruote destinato a sostituire l’obsoleto veicolo corazzato M113 in dotazione alle forze armate.
Negli scorsi mesi, i militari hanno inoltre rafforzato la cooperazione con i Paesi esteri. Lo scorso 17 dicembre, i media locali hanno dato notizia di una rinnovata collaborazione con Singapore, interrotta da Taiwan dopo il sodalizio militare tra l’ex città Stato e la Repubblica popolare. Per un’intera settimana le forze armate singaporiane hanno alloggiato in una caserma nel distretto Fengshan di Kaohsiung, nella parte meridionale di Taiwan, effettuando esercitazioni paracadutistiche nella vicina contea di Pingtung. L’intesa militare Taiwan-Singapore ha avuto inizio nel 1975, quando le esercitazioni tra truppe furono stabilite dal primo ministro di Taipei, Chiang Ching-kuo, e dall’omologo di Singapore, Lee Kuan Yew, nell’ambito dell’accordo Project Starlight.
Taiwan ha inoltre intensificato gli scambi con gli Stati Uniti, con i quali aveva avviato forme di cooperazione militare già a partire dal 2021. Secondo quanto riferito allora dalla presidenza e dal ministero della Difesa, le forze armate statunitensi hanno condotto diverse campagne d’addestramento per le truppe taiwanesi, allo scopo di prepararle a una potenziale offensiva militare da parte della Cina. Più di recente, Washington ha annunciato piani di sostegno per la manutenzione dei sistemi missilistici Patriot e Harpoon in dotazione alle Forze armate di Taipei. Le collaborazioni militari con Singapore e Stati Uniti sono state ampiamente contestate dal ministero degli Esteri della Cina, che ha ripetutamente accusato gli Stati Uniti di strumentalizzare politicamente Taiwan per cercare vantaggi geopolitici nell’Indo-Pacifico, intimando più volte all’amministrazione di Joe Biden di cessare gli scambi militari.
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