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Svolta negli Emirati Arabi: gli stranieri non musulmani possono contrarre il matrimonio civile

La legge semplifica anche il divorzio consentendo a entrambi i coniugi di avviare il procedimento senza dover provare per forza un illecito in seno al matrimonio

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È entrata in vigore negli Emirati Arabi Uniti la nuova legge federale sullo status personale che per la prima volta apre anche agli stranieri non musulmani la possibilità di contrarre matrimonio civile e maggiori tutele in caso di divorzio. La nuova legge federale (numero 41 del 2022) è considerata dagli esperti un grande passo in avanti per il Paese del Golfo per quanto riguarda per l’uguaglianza giuridica e la protezione degli espatriati non musulmani. Intervistato dall’emittente panaraba “Al Arabiya”, l’esperto legale dello studio Bsa di Dubai, Maroun Abou Harb, spiega che la nuova legge consente ai cittadini stranieri di contrarre matrimonio civile con determinati criteri come l’età e il mutuo consenso. La nuova legge regolamenterà infatti le condizioni del matrimonio e le procedure per contrarre e documentare il matrimonio davanti ai tribunali competenti, consentendo anche alle coppie non musulmane di sposarsi in un processo legale non basato sulla Sharia. La validità del matrimonio civile deve essere confermata da un giudice.

I matrimoni civili sono considerati un’alternativa laica ai matrimoni religiosi e sono generalmente scelti da coppie che non desiderano celebrare un matrimonio religioso o che provengono da ambienti religiosi diversi. “I coniugi devono concordare le condizioni del contratto, compresi i diritti e gli obblighi durante il periodo del matrimonio e i diritti post-divorzio. Il processo di matrimonio prevede la compilazione di un modulo preparato dal giudice di autenticazione e la sua legalizzazione da parte dello stesso giudice dopo che tutte le condizioni e le procedure sono state soddisfatte”, ha affermato Abou Harb. “Il contratto deve essere iscritto nel registro ufficiale, pur consentendo una forma di contratto bilingue per il matrimonio civile”.

Come sottolineato dall’esperto, il riconoscimento dei matrimoni civili ai sensi della nuova legge rappresenta un cambiamento significativo perché non era riconosciuto dagli Emirati Arabi Uniti ai sensi della normativa precedente, con il risultato che gli espatriati non musulmani si trovano di fronte alla possibilità che i loro beni fossero soggetti a procedimenti giudiziari in caso di contestazione da parte di uno dei coniugi del divorzio. “Questa nuova legge ha accelerato il processo di divorzio in molti modi aggirando il rinvio al Comitato di orientamento familiare”, ha aggiunto l’esperto legale con sede a Dubai. “Gli espatriati non musulmani possono ora godere di maggiore protezione legale e sicurezza quando si tratta della divisione dei beni in caso di divorzio”, ha affermato.

La legge semplifica inoltre il processo di divorzio consentendo a entrambi i coniugi di avviare il procedimento senza dover provare per forza un illecito in seno al matrimonio e delinea chiaramente i diritti e le responsabilità di ciascuna parte durante e dopo il divorzio. “Questa nuova legge ha un impatto significativo sul processo di matrimonio. Il requisito del raggiungimento di almeno 21 anni di età, l’ottenimento del consenso scritto o verbale di entrambi i coniugi e la divulgazione di eventuali precedenti rapporti coniugali sono stati stabiliti come condizioni necessarie per un contratto di matrimonio civile”, ha affermato Abou Harb.

In base alla nuova legge, entrambi i partner devono raggiungere un accordo reciproco sui termini del loro contratto di matrimonio, compresi i loro diritti e doveri durante il matrimonio e dopo il divorzio. Inoltre, consente anche a entrambi i coniugi di chiedere il divorzio senza la necessità di fornire prove di colpevolezza di una delle due parti. “Il processo di divorzio avviene attraverso una sentenza del tribunale alla prima udienza e una donna divorziata può richiedere gli alimenti al suo ex marito attraverso una domanda separata al tribunale. L’accettazione della domanda di alimenti e le sue condizioni sono determinate dal giudice, sulla base di fattori quali il numero di anni di matrimonio, l’età e la situazione finanziaria di ciascun coniuge e l’entità del contributo del marito al divorzio”, ha aggiunto l’esperto legale. “La legge tiene conto anche delle spese di custodia dei figli da parte della madre e della diligenza della moglie nel prendersene cura. Tuttavia, gli alimenti della moglie possono essere persi in caso di nuovo matrimonio o se termina la custodia dei figli”, ha precisato.

La nuova legge sullo statuto personale ha anche modificato il principio dell’affidamento dei figli stabilendo che l’affidamento condiviso tra genitori divorziati è il “principio generale” dopo la loro separazione. In caso di disaccordo tra i genitori, ciascuna delle parti può chiedere l’intervento del tribunale per risolvere la questione. Come osserva Abou Harb, le implicazioni a lungo termine di queste modifiche alla legge devono ancora essere completamente determinate, ma potrebbero portare a un aumento degli investimenti nell’economia locale. “Questo perché gli espatriati non musulmani sono ora in grado di spostare maggiori quantità di fondi negli Emirati Arabi Uniti con maggiore sicurezza, sapendo che i loro beni sono protetti dal nuovo quadro giuridico”, ha spiegato l’esperto.

La nuova legge consentirà ai non musulmani di registrare i testamenti contemporaneamente al loro certificato di matrimonio, che consentirà loro di dare i loro beni a chi desiderano. In assenza di testamento, il 50 per cento del patrimonio di una persona andrà al coniuge, mentre il restante 50 per cento sarà distribuito equamente tra gli eventuali figli. Se la coppia non ha figli, il 50 per cento andrà ai genitori superstiti o ai fratelli. La nuova legge rientra nel percorso di riforme avviato dagli Emirati Arabi Uniti con l’obiettivo di divenire una destinazione attraente per gli investimenti. Dal 2021, il Paese ha introdotto una serie di opzioni di visto flessibili, come il prestigioso “Golden Visa”, e proprio il mese scorso ha eliminato la tassa sull’alcol e applicato un regime obbligatorio di assicurazione contro la disoccupazione.

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