L’esercito regolare sudanese (Saf) ha chiesto rinforzi per aumentare la risposta militare nei combattimenti in corso a Khartum e dintorni contro le Forze di supporto rapido (Rsf) e preparare presumibilmente una nuova offensiva. Lo riferisce “Al Jazeera”, citando fonti locali secondo cui truppe di rinforzo sono state viste nel sud della capitale ma dove anche le Rsf hanno aumentato la loro presenza. I movimenti militari di entrambe le parti hanno aumentato negli abitanti rimasti e Khartum e nella vicina Omdurman il timore di un’escalation nei combattimenti che aggraverebbe ulteriormente la già drammatica situazione umanitaria e degli ospedali. Da due giorni, inoltre, a Khartum l’esercito sudanese cerca di prendere il controllo di una base militare conquistata dalle Rsf, mentre agli abitanti dei dintorni è stato raccomandato di rimanere il più lontano possibile da questo punto.
I combattimenti hanno continuato a infuriare anche altrove nello Stato di Khartum e nel Darfur, intensificandosi nonostante le sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo l’inosservanza dell’ennesimo cessate il fuoco dichiarato dai rappresentanti delle parti riuniti a Gedda, in Arabia Saudita, dove si sono tenuti lunghi colloqui – ora sospesi – mediati da Washington e Riad. Testimoni sul posto hanno confermato che aerei da combattimento stanno sorvolando anche Omdurman e che raid aerei sono stati effettuati dall’esercito su altre posizioni delle Rsf nel nord di Khartum.
Secondo le ultime, incerte, ricostruzioni, sembrerebbe che l’esercito del generale Abdel Fattah al Burhan si stia preparando a lanciare una nuova offensiva nella capitale, nel tentativo di recuperare porzioni di territorio conquistate dalle Rsf, guidate dal generale Mohamed Hamdan “Hemeti” Dagalo. Quest’ultimo, destituito dal ruolo di vicepresidente del Consiglio sovrano sudanese, non sta rilasciando dichiarazioni sugli sviluppi del conflitto. Nel frattempo, si aggrava la situazione umanitaria. Secondo il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite, circa 15.400 tonnellate di aiuti alimentari destinati al Darfur occidentale sono stati saccheggiati dall’inizio del conflitto, scoppiato il 15 aprile.
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