E’ salito a 19 il bilancio del morti di un bombardamento aereo effettuato dalle forze della coalizione internazionale a guida statunitense su Deir ez-Zor, nella Siria orientale. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), organizzazione non governativa con sede a Londra ma con un’ampia rete di fonti sul territorio, tra i morti vi sono tre membri delle forze militari siriane, mentre gli altri erano combattenti filo-iraniani.
Ieri sera, alcuni razzi, presumibilmente lanciati dalle milizie filo-iraniane presenti in Siria, sono stati lanciati contro la base statunitense chiamata “Green Village”, a Conoco, nel governatorato orientale di Deir ez-Zor, nella Siria orientale. L’attacco arriva dopo la morte di 14 membri di gruppi armati fedeli all’Iran in seguito agli attacchi lanciati nella notte precedente e nelle prime ore di ieri mattina dalle forze statunitensi a Deir ez-Zor. Secondo il Sohr, si è trattato di “attacchi di precisione” autorizzati dal segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, “contro strutture usate da gruppi affiliati alle Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniana (Irgc)”.
Giovedì, 23 marzo, un’altra base militare della coalizione internazionale impegnata nella lotta allo Stato islamico, nella zona di Khrab al Jeer, è stata colpita da un attacco sferrato da un drone di sospetta origine iraniana, che ha provocato la morte di un professionista a contratto delle forze armate statunitensi e il ferimento di cinque militari. A tal proposito, a detta del Sohr, alcune persone sono state sottoposte a interrogatorio per complicità con i gruppi affiliati a Teheran. In merito all’escalation degli ultimi giorni in Siria, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che Washington non si fermerà.
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