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Seul punta a bloccare l’acquisizione delle componenti satellitari da parte di Pyongyang

L'obiettivo è ostacolare l'elusione delle sanzioni Onu e ostacolare il programma balistico della Corea del Nord

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Il governo della Corea del Sud ha annunciato oggi il divieto esplicito di esportare tramite Paesi terzi componenti che la Corea del Nord potrebbe utilizzare per lo sviluppo del suo programma satellitare. Il provvedimento, accompagnato da una lista di 77 differenti componenti, punta a ostacolare l’elusione delle sanzioni Onu e ostacolare il programma balistico della Corea del Nord, che ha recentemente annunciato l’intenzione di collocare in orbita un satellite da ricognizione militare entro la fine della primavera.

La Corea del Nord ha confermato ieri di aver effettuato una esercitazione di “contrattacco nucleare tattico”, con il lancio di un missile la cui testata convenzionale è esplosa 800 metri sopra la superficie del Mar del Giappone. Secondo una nota ufficiale rilanciata dall’agenzia di stampa ufficiale “Korean Central News Agency” (“Kcna”), le unità militari incaricate delle operazioni nucleari tattiche hanno effettuato esercitazioni combinate lo scorso fine settimana, familiarizzando con “le procedure e i processi” delle missioni di attacco. Il missile è stato lanciato dalla contea di Cholsan, nella provincia di Pyongan Settentrionale, e “ha provato ancora una volta l’affidabilità dei sistemi di controllo della detonazione nucleare”. Il proiettile – quasi certamente il singolo missile balistico a corto raggio rilevato domenica mattina da Giappone e Corea del Sud – era dotato secondo Pyongyang di una testata nucleare simulata. Il lancio, cui ha assistito personalmente il leader nordcoreano Kim Jong-un, è l’ultimo di una serie effettuata dalla Corea del Nord nell’arco degli ultimi dieci giorni, in risposta all’annuale esercitazione congiunta “Freedom Shield” delle forze armate statunitensi e sudcoreane.

La Corea del Nord deve smettere di utilizzare “le sue armi nucleari, i programmi atomici e qualsiasi altra arma di distruzione di massa e missile balistico”. È quanto si legge in una dichiarazione dei ministri degli Esteri del G7 diramata domenica dalla presidenza di turno giapponese. Dallo scorso anno, si legge nella dichiarazione, “la Corea del Nord ha intensificato le sue azioni di escalation attraverso un numero record di lanci di missili balistici e la sua continua retorica irresponsabile e destabilizzante riguardo all’uso di armi nucleari. All’inizio di quest’anno, la Corea del Nord ha dichiarato pubblicamente la sua intenzione di espandere ulteriormente e migliorare i suoi programmi nucleari e missilistici illegali”. Per questo motivo, i ministri ribadiscono a Pyongyang di smettere di utilizzare “le sue armi nucleari, i programmi nucleari esistenti e qualsiasi altra arma di distruzione di massa e programmi di missili balistici in modo completo, verificabile e irreversibile e rispetti pienamente tutti gli obblighi previsti dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

I ministri degli Esteri del G7 hanno espresso il loro rammarico per l’inerzia del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui test missilistici della Corea del Nord, evidenziando “l’ostruzione” messa in atto da parte di alcuni membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, un chiaro riferimento a Cina e Russia. Il G7 ha condannato il lancio da parte della Corea del Nord avvenuto il del 16 marzo di un missile balistico intercontinentale indicandolo come una “minaccia alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale”.

Nella dichiarazione, i ministri del G7 affermano che la Corea del Nord non può e non avrà mai lo status di un Paese dotato di armi nucleari ai sensi del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari: “Esortiamo la Corea del Nord a impegnarsi in una diplomazia significativa verso la denuclearizzazione e ad accettare le ripetute offerte di dialogo avanzate dal Giappone, dagli Stati Uniti e dalla Repubblica di Corea”, si legge nella nota. Il G7 continua a esprimere preoccupazione “per la terribile situazione umanitaria in Corea del Nord e si impegna a lavorare con tutti i partner interessati per raggiungere l’obiettivo della pace e della stabilità nella penisola coreana e per sostenere l’ordine internazionale basato su regole”, conclude la nota

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