Una professoressa accoltellata in classe. I compagni tenuti in scacco con una pistola giocattolo. Secondo alcuni stiamo diventando come l’America: “Nella scuola di Abbiategrasso è avvenuto un fatto particolarmente inquietante – spiega il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, al “Corriere della Sera” -. Ma fortunatamente non siamo a quei livelli: non vedo una diffusione di episodi simili a quelli di cui leggiamo nelle cronache dagli Stati Uniti. C’è però nelle scuole un duplice problema: quello di un aumento del disagio psicologico degli adolescenti e quello dell’aumento degli episodi di bullismo, anche contro i professori”. L’esperienza del Covid – osserva il ministro – ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti. Gli uffici scolastici regionali ci hanno comunicato che dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati circa cinque casi al mese. Dove vi è stata richiesta, abbiamo già provveduto a disporre la difesa legale da parte dell’avvocatura dello Stato. Tutto questo ci deve far riflettere”.
Valditara annuncia che lo Stato si costituirà in giudizio contro chi aggredisce un insegnante per ‘danno di immagine’: “Mi riferisco in particolare ai casi di gravi aggressioni perpetrate in specie da genitori net confronti degli insegnanti dei figli. Sul bullismo tra l’altro sta terminando i suoi lavori un gruppo che ho costituito presso il ministero, composto da diversi esperti, che presenterà a breve le sue proposte. Dalle prime informazioni il caso di ieri non mi pare rientri propriamente in un episodio di bullismo”. Secondo il ministro è necessario innanzitutto “ricreare nelle scuole un clima di serenità, per valorizzare quella comunità educante che è impegnata ogni giorno a sostenere e sviluppare i talenti di ogni ragazzo, facendo particolare attenzione alla personalità del singolo, perché viva il suo processo di crescita senza che questo generi ansie o, peggio ancora, situazioni drammatiche. Sul tema del disagio psichico degli adolescenti credo che debbano essere introdotte anche forme di aiuto psicologico per gli studenti che manifestino particolare disagio”. In realtà durante il periodo del Covid e della didattica a distanza era stato introdotto il cosiddetto ‘sostegno psicologico’ che quest’anno il governo Meloni non ha più finanziato. “Quella era una misura emergenziale, eccezionale che il governo Draghi aveva già depotenziato riducendo significativamente il finanziamento per l’anno scolastico in corso. Quegli interventi servivano per mitigare il disagio causato dalla reclusione domiciliare e dalla interruzione della didattica in presenza imposta dalla pandemia. La mia idea ora è diversa – conclude Valditara -: occorre pensare ad un supporto psicologico, e dove servisse anche psichiatrico; strutturato sul territorio che sia al servizio delle singole scuole e venga attivato quando ne hanno necessità”.
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