La premier della Scozia, Nicola Sturgeon, si trova da giorni sotto forti pressioni politiche per il suo presunto ruolo nella vicenda che portò alla “caduta” del suo predecessore alla guida della nazione e del Partito nazionale scozzese (Snp), Alex Salmond. Mentre porta avanti la battaglia su un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia con le autorità di Londra, la premier si vede coinvolta in una vicenda dai contorni piuttosto spiacevoli: i detrattori la accusano di aver in qualche modo partecipato a un complotto ordito contro Salmond, abusando in qualche modo del proprio ruolo di leader dell’Snp e di premier scozzese.
Intervenendo oggi al Parlamento di Edimburgo, Sturgeon ha respinto come “assurde” le accuse di aver influenzato la vicenda che portò nel 2018 alla formulazione gravi accuse di molestie nei confronti di Salmond. La premier scozzese è intervenuta nel corso di un’audizione della commissione che sta indagando sulla gestione da parte del governo guidato da Sturgeon delle accuse di comportamenti inappropriati e molestie sessuali provenienti da due funzionarie del governo in direzione di Salmond. Il Partito conservatore scozzese ha formalmente chiesto le dimissioni di Sturgeon dalla carica di prima ministra, affermando che avrebbe “palesemente mentito” al parlamento di Edimburgo circa il proprio ruolo nell’indagine ed il suo essere a conoscenza dell’inchiesta.
Sturgeon si è scusata in pubblico con le due donne fautrici delle accuse, affermando che esse sarebbero state “lasciate sole” a causa di “gravi errori” nella gestione dell’indagine. La premier scozzese ha tuttavia negato quanto sostenuto dallo stesso Salmond, secondo cui Sturgeon sarebbe stata a conoscenza dell’indagine e avrebbe contribuito al suo insabbiamento. Sturgeon ha inoltre affermato di “essere consapevole” che Salmond è stato giudicato innocente dall’Alta corte scozzese, ma si è detta “altrettanto sicura” che il suo mentore e predecessore abbia “infranto il codice di comportamento ministeriale”. “Anche se ha negato le accuse”, ha affermato Sturgeon, “(Salmond) mi diede conto di uno degli incidenti, delle lamentele, dei quali si era scusato all’epoca, e quello che mi descrisse costituiva nella mia opinione un comportamento profondamente inappropriato da parte sua”.
Per Sturgeon si tratta in ogni caso di una situazione di non facile gestione: Salmond è stato assolto nel marzo 2020 da tutte le accuse, dopo essersi sempre dichiarato innocente. Il rapporto personale e politico che legava i due ha fatto emergere un ruolo “ambiguo” dell’attuale premier, accusata nei fatti di aver prima coperto e successivamente cercato di affondare la carriera del suo predecessore alla guida della Scozia e dell’Snp, fra l’altro in un momento in cui Salmond si era già dimesso da entrambi gli incarichi. L’ex leader scozzese aveva spiegato come i collaboratori di Sturgeon avessero deliberatamente provato a screditarne l’immagine, usando tutti i mezzi a loro disposizione. Ulteriori prove di altri due testimoni hanno anche messo in discussione la versione dei fatti presentata dalla stessa Sturgeon all’epoca. Intanto la spaccatura all’interno dell’Snp rischia di minare le prospettive referendarie per la Scozia: dopo il voto del 2014, difficilmente Downing Street sarà disponibile a prestare il fianco a una nuova “avventura” in senso indipendentista della nazione settentrionale. La mancata coesione all’interno del partito nazionalista, inoltre, potrebbe indebolire anche la posizione della formazione nel panorama politico scozzese e la popolarità della causa separatista, fortemente sostenuta sia da Salmond, sia da Sturgeon.
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