La procuratrice generale del Perù, Zoraida Avalos, ha avviato un’indagine preliminare contro l’ex presidente Martin Vizcarra, accusato di aver approfittato della sua posizione per ricevere il vaccino anti-Covid della cinese Sinopharm per sé e la moglie con mesi di anticipo. L’avvio dell’indagine, riferisce l’emittente “Rpp”, segue le rivelazioni dell’Università peruviana Cayetano Heredia (Upch), che ha smentito che l’ex presidente Martin Vizcarra e la moglie Maribel Diaz Cabello siano stati volontari nello studio clinico sul vaccino contro il coronavirus prodotto dall’azienda cinese Sinopharm. L’ateneo, in un comunicato, ha riferito di aver notificato all’Istituto nazionale di sanità (Ins), su sua richiesta, i risultati di un’indagine interna condotta da German Malaga sulla sperimentazione. Dall’ispezione non sono emersi i nomi di Martin Vizcarra Cornejo e Maribel Diaz Cabello tra i 12 mila volontari inclusi nel gruppo oggetto dello studio. L’Upch ha assicurato che la sua squadra di ricercatori ha agito “nel quadro del protocollo del progetto, degli standard etici e delle attuali normative nazionali e internazionali”.
Il comunicato dell’istituzione accademica contrasta con la versione fornita da Vizcarra
L’ex presidente ha affermato, infatti, di aver fatto parte del gruppo dei volontari lo scorso ottobre, aggiungendo di non sapere se a lui e alla consorte sia stato somministrato il vaccino o il placebo. Il quotidiano “Peru 21”, invece, ha scritto che Vizcarra si era assicurato che le dosi inoculate fossero di vaccino e ha smentito che i volontari avessero un obbligo di riservatezza. L’ex presidente è stato destituito dal Congresso, il parlamento unicamerale, il 9 novembre scorso per “incapacità morale”, con l’approvazione di una mozione di sfiducia presentata dal partito Unione per il Perù (Upp) dopo l’avvio di un’indagine per un presunto caso di corruzione riferito a quando era governatore della regione di Moquegua (2011-2014). Lo scandalo ha portato alle dimissioni della ministra della Sanità, Pilar Mazzetti, bersaglio di critiche anche per la gestione della seconda ondata dell’epidemia di coronavirus, in un Paese in cui i decessi hanno superato le 43 mila unità. Mazzetti si è dimessa, anticipando una probabile mozione di censura da parte del Congresso e dopo aver assicurato di non aver avuto alcun ruolo nella vicenda Vizcarra e di non esserne stata neanche a conoscenza.
Lo scandalo ha coinvolto anche la ministra degli Esteri, Elizabeth Astete, che ha rinunciato al suo incarico dopo avere ammesso di avere ricevuto la prima dose del vaccino contro il Covid-19 della cinese Sinopharm. “A seguito della recente rivelazione sulla vaccinazione del presidente Vizcarra e di sua moglie e del comprensibile impatto che questa notizia ha avuto sull’opinione pubblica, sono consapevole del grave errore che ho commesso, motivo per cui ho deciso di non ricevere la secondo dose”, ha dichiarato la ministra in un comunicato. Astete ha affermato di avere ricevuto il vaccino lo scorso 22 gennaio. La campagna vaccinale in Perù si è aperta il 9 febbraio con la vaccinazione del presidente Francisco Sagasti presso l’ospedale militare di Lima. Il paese ha ricevuto finora un milione di dosi del vaccino della cinese Sinopharm. Le prime dosi sono destinate al personale sanitario in prima linea nella lotta al Covid-19.
Il presidente del Perù, Francisco Sagasti, ha dichiarato di sentirsi “indignato e furioso” dopo avere appreso che funzionari del suo governo hanno ricevuto il vaccino anti-Covid destinato al personale sanitario in prima fila nella lotta al virus. “Sono veramente indignato e furioso per questa situazione che mette in pericolo l’enorme sforzo di molti peruviani che lavorano in prima linea contro il Covid-19”, ha detto il capo dello stato parlando al programma televisivo “Cuarto Poder”. “Abbiamo ricevuto un duro colpo che viene ereditato dal governo di Vizcarra”, ha aggiunto il capo dello stato, affermando che le persone coinvolte verranno trattate con la “fermezza e durezza” del caso.
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