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Scandalo munizioni, si aggrava la posizione del generale tedesco Markus Kreitmayr

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Si aggrava la posizione del generale di brigata Markus Kreitmayr che, dal 2018 al vertice del Comando forze speciali dell’esercito tedesco (Ksk), è stato travolto dallo scandalo delle munizioni e degli esplosivi sottratti dai suoi subordinati ai depositi del reparto, con sede a Calw in Baden-Wurttemberg. Come riferisce il settimanale “Der Spiegel”, l’alto ufficiale rischia ora di essere deferito al Tribunale militare e potrebbe essere destituito dal comando del Ksk. A oggi, era noto come Kreitmayr avesse tollerato che i propri sottoposti restituissero in forma anonima e senza incorrere in punizioni le munizioni prelevate in assenza di autorizzazione dall’arsenale del reparto. Tuttavia, da un’inchiesta interna, emerge ora che il comandante del Ksk è stato responsabile di negligenza grave nell’amministrazione dei depositi di armi e munizioni dell’unità. I risultati dell’indagine verranno presentati oggi dalla ministra della Difesa tedesca, Annegret Kramp-Karrenbauer, alla commissione Difesa del Bundestag. Lo scandalo delle munizioni coinvolge indirettamente la stessa Kramp-Karrenbauer. L’esponente dell’Unione cristiano-democratica ha, infatti, rivelato di essere stata del tutto all’oscuro della vicenda, di cui ha appreso soltanto dalla stampa il 19 febbraio scorso.


Tuttavia, il ministero della Difesa tedesco ha dovuto ammettere di essere stato a conoscenza dello scandalo. In particolare, la prassi tollerata da Kreitmayr sarebbe andata avanti fino all’avvio della riforma del Ksk, avviata a luglio scorso da Kramp-Karrenbauer al fine di epurare il reparto dall’infiltrazione dell’estrema destra, motivo per cui l’unità è da anni al centro delle polemiche. A rendere ancora più grave e complessa la vicenda, il capo di Stato maggiore della Difesa tedesco, il generale Eberhard Zorn, ha confessato di aver cancellato dal rapporto sul Ksk inviato al Bundestag le informazioni riguardanti lo scandalo delle munizioni. “Per proteggere la ministra” Kramp-Karrenbauer, afferma “Der Spiegel”. L’inchiesta su Kreitmayr è stata condotta dalla Divisione forze rapide (Dsk) al comando del generale di divisione Andreas Hannemann, unità da cui dipendono tutti i reparti speciali delle Forze armate tedesche (Bundeswehr). Le indagini si basano sui rapporti della Task force munizioni e attrezzature sensibili per la sicurezza, che descrivono con minuziosa precisione l’operato del comandante del Ksk.

La vicenda ha inizio nel 2019 quando, nell’inventario annuale delle scorte di munizioni della Bundeswehr, vennero riscontrate “significative irregolarità” presso il Ksk. In particolare, risultavano mancare migliaia di munizioni e 62 chilogrammi di esplosivo. “I risultati di questo inventario non sono stati riferiti all’autorità superiore” ed è stata omessa anche “la segnalazione obbligatoria di un incidente di sicurezza in sospeso”. Il 24 marzo 2020, Kreitmayr impartì un ordine verbale secondo cui tutto il personale del Ksk avrebbe potuto consegnare in forma anonima e senza incorrere i provvedimenti disciplinari munizioni, armi, esplosivi e altro materiale di cui era in possesso senza autorizzazione. Nelle settimane successive furono restituite più di 46 mila munizioni, per il 90 per cento da esercitazione e per il 10 per cento da combattimento. I 62 chili di esplosivo non sono mai stati ritrovati. Tuttavia, gli inquirenti ipotizzano che, “con un elevato alto grado di probabilità”, l’ammanco dipenda da un errore di registrazione. Alla fine di maggio scorso, venuto a conoscenza della prassi instaurata da Kreitmayr, Hannemann ne ordinò l’immediata interruzione. Tuttavia, come nota “Der Spiegel”, il comando venne eseguito “con esitazione”. Al Ksk la riconsegna delle munizioni proseguì, infatti, fino alla metà di giugno. A oggi, non è chiaro perché l’ordine del comandante della Dsk non ebbe attuazione con effetto immediato. A ogni modo, per gli inquirenti, è stato dimostrato “il trattamento gravemente negligente delle munizioni a tutti i livelli del Ksk”. Secondo gli autori dell’inchiesta, la prassi avviata da Kreitmyar “è e rimarrà senza precedenti, non soddisfa i requisiti per la corretta e sicura manipolazione delle munizioni, né per la supervisione della loro gestione”.

Inoltre, “concedere la possibilità di restituire in forma anonima le munizioni precedentemente possedute in maniera illegale è contrario al dovere del superiore di indagare e può giustificare il sospetto di violazione dei doveri di ufficio così come il sospetto di un’azione criminale”. Il dovere legale di chiarimenti “non può essere ignorato dai superiori”. Dal rapporto della Task force munizioni e attrezzature sensibili per la sicurezza, concluso a settembre scorso, emerge dunque che la prassi di Kreitmayr non era solo non autorizzata, ma anche illegale. A ogni modo, il capo di Stato maggiore della Difesa tedesco ha coperto con degli omissis queste informazioni. Il generale Zorn si è giustificato affermando che l’attenzione sul Ksk era concentrata sugli estremisti di destra nel reparto.

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