Non si riunirà oggi il gran giurì di Manhattan chiamato ad ascoltare i testimoni dell’inchiesta condotta dal procuratore distrettuale Alvin Bragg nei confronti dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui eventuale incriminazione non verrà dunque decisa prima di domani. Lo riferisce il “New York Times”. Nelle ultime ore era cresciuta fortemente in città la tensione in vista di un possibile arresto di Trump, con le autorità che hanno potenziato le misure di sicurezza e la presenza di agenti intorno al tribunale distrettuale di Manhattan nel timore di proteste da parte dei sostenitori dell’ex presidente.
L’inchiesta nei confronti di quest’ultimo riguarda, in particolare, il pagamento di 130 mila dollari all’ex pornostar Stormy Daniels nel 2016 perché tacesse su una sua precedente relazione con Trump, versamento che sarebbe stato poi iscritto in bilancio come “spese legali” a carico della Trump Organization. Lo stesso ex presidente ha anticipato sabato 18 marzo sul suo social Truth che sarebbe stato arrestato il martedì successivo, il 21 marzo. Lunedì 20 marzo, invece, il gran giurì ha iniziato a convocare testimoni in vista del voto sul caso. Al momento non vi è certezza dell’incriminazione di Trump, né sulle sue tempistiche e sull’eventuale arresto. Bragg, nel caso, dovrà convincere la maggioranza dei 23 giurati e potrà farlo solo una volta uditi tutti i testimoni, dunque sicuramente non prima di giovedì pomeriggio.
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