Tre organizzazioni non governative hanno intentato una causa a Mosca contro il gruppo paramilitare russo Wagner per la tortura di un detenuto in Siria. È quanto riferito in una dichiarazione congiunta della Federazione internazionale per i diritti umani (Fidh), dell’Ong russa Memorial e del Centro siriano per i media e la libertà di espressione. “Questo contenzioso è il primo tentativo in assoluto da parte della famiglia di una vittima siriana di accusare i cittadini russi sospettati di torture come responsabili di gravi crimini commessi in Siria”, si legge nella dichiarazione congiunta. Il gruppo Wagner è legato all’imprenditore russo Evgenij Prigozhin, noto in Occidente come “lo chef di Putin” per i servizi di catering al Cremlino offerti dalla sua azienda Concord.
Il fratello del cittadino siriano Muhammad E., ucciso nel 2017 da presunti mercenari riconducibili gruppo russo Wagner, ha sporto denuncia al Comitato investigativo di Mosca. Secondo quanto riporta il quotidiano russo “Novaja Gazeta”, il fratello del cittadino siriano, accusando il gruppo Wagner, chiede l’apertura di un procedimento penale nei confronti delle persone presenti in un video che testimonia le torture e l’omicidio del congiunto. “Novaja Gazeta” cita gli avvocati del ricorrente, Ilja Novikov e Pjotr Zaikin. “La legge russa prevede l’obbligo per lo Stato di indagare sui crimini commessi da cittadini russi all’estero“, ha dichiarato Novikov. “Il Comitato investigativo non ha ancora avviato un’indagine sulle circostanze dell’omicidio, sebbene tutte le informazioni necessarie siano state ufficialmente comunicate alle autorità russe più di un anno fa”, ha precisato l’avvocato.
Nel novembre del 2019, “Novaja Gazeta” ha pubblicato il video di una brutale esecuzione di un prigioniero di guerra siriano, che veniva torturato e mutilato, apparentemente prima di essere ucciso. Il video mostra, infine, la distruzione del cadavere. Il Cremlino ha condannato le violenze riprese nel video ma ha negato qualsiasi collegamento con l’operazione militare russa in Siria.
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