Torna a salire il valore Rt nazionale che si attesta a 1,06. La scorsa settimana il dato nazionale si fermava a 0,99. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato le nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 8 marzo. Passano in area arancione le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e in zona rossa la Campania.
Sono dieci le Regioni con un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Molise) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Sei Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche) hanno un livello di rischio alto. Sono 14 (rispetto a 10 la settimana precedente) quelle con una classificazione di rischio moderato (di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una (Sardegna) con rischio basso (rispetto a sei la settimana precedente).
Per la presenza di varianti, che possono parzialmente ridurre l’efficacia dei vaccini attualmente disponibili, tutte le Regioni sono invitate ad adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nel corso della conferenza stampa sull’andamento epidemiologico nel Paese, ha chiarito che “si comincia a rivedere una crescita della curva dei contagi italiana, e non solo italiana”. Nelle ultime settimane “c’è una dato in crescita”, ha aggiunto. In quasi tutte le Regioni, ha aggiunto “sta crescendo l’incidenza dei contagi”.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26 per cento rispetto al 24 per cento della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.146 (23/02/2021) a 2.327 (02/03/2021); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 (23/02/2021) a 19.570 (02/03/2021). Si osserva, secondo il monitoraggio, anche un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione aumenta (41.833 rispetto a 31.378 la settimana precedente) e scende la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (28,8 per cento rispetto al 29,4 per cento). Scende anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2 per cento rispetto al 36,1 per cento la settimana precedente).
Considerando i decessi per il complesso delle cause, durante la prima fase dell’epidemia di Covid si sono contati oltre 211.750 decessi (da marzo a maggio del 2020), 50.957 in più rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019. Il bilancio della prima fase dell’epidemia, in termini di eccesso di decessi per il complesso delle cause, è particolarmente pesante per la Lombardia (+111,8 per cento); per tutte le altre regioni del Nord l’incremento dei morti del periodo marzo-maggio 2020 è compreso tra il 42 per cento e il 47 per cento; solamente il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno un eccesso di decessi più contenuto (rispettivamente +19,4 per cento e +9,0 per cento). Al Centro si evidenzia il caso delle Marche (+27,7 per cento), regione che si distingue rispetto all’incremento medio della ripartizione (+8,1 per cento).
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