Programmava viaggi vicini e lontani con la sua moto per godersi la pensione appena arrivata, quando sarebbe finita l’emergenza Covid, e invece qualcuno gliel’ha rubata, in pieno giorno, davanti al mercato Trionfale a Roma. Una moto che rappresenta la storia di oltre metà della sua vita: è con lui da prima della nascita della figlia Marianna. Lo racconta in un post su Facebook Paolo Bruni, chiedendo aiuto per ritrovare la sua Guzzi 1000 Sp, sparita il 10 marzo mentre era parcheggiata in via Giordano Bruno. “Era mia dal 1981 (40 anni!). Abbiamo fatto insieme quasi 300.000 chilometri”, scrive nel suo post, pubblicando la foto della Guzzi. “Me l’hanno rubata il 10 marzo a Roma, davanti al mercato Trionfale, in via Giordano Bruno, tra le 11.30 e le 13.30. Proprio ora che andando in pensione speravo di godermela ancor più di quanto me la sia goduta (tanto!) in tutti questi anni. Si tratta di una Guzzi 1000 SP targata Roma (per esteso) 433450. Vi chiedo di condividere il post e diffondere con ogni mezzo l’offerta di ricompensa di 1.500 euro, anche negli altri social”, scrive Bruni.
“Per me – e chi mi conosce lo sa – è come una seconda figlia; cronologicamente la prima, dal momento che mia figlia Marianna è nata una decina di anni dopo. Quarant’anni sempre insieme, tutti i giorni, con qualsiasi tempo. Compagna di vita, oltre che di strada. So bene che si tratta di un tentativo disperato, che probabilmente non darà nessun risultato (facile che la moto sia già all’estero o a pezzi). Ma non voglio lasciare nulla di intentato. Aiutatemi, se potete. E grazie anticipate per il vostro sostegno”. Il suo post ha scatenato un tam tam di condivisioni di amanti delle due ruote e non, e tanti lo hanno contattato per segnalargli vendite “sospette”: “Mi ha scritto anche un motociclista dalla Francia per avvisarmi di un annuncio online, purtroppo non era la mia moto”, ha detto Paolo Bruni ad “Agenzia Nova”.
“Dal primo gennaio sono andato in pensione e pensavo a programmare, ora che ho tempo, le domeniche in giro per il Lazio a bordo della mia moto, e poi magari qualche viaggio su e giù per l’Italia. Stavo anche cercando di convincere mia moglie ad andare a Mandello del Lario a settembre – Covid permettendo – per il motoraduno in occasione del centesimo anniversario della Moto Guzzi”, ha raccontato Bruni. Il motociclista offre anche una ricompensa. “Per la macchina non ci avrei neanche pensato ma la moto è un pezzo di me, dopotutto abbiamo passato 40 anni insieme, è un pezzo di vita che mi hanno portato via”. Sulla strada nella quale era parcheggiata non ci sono telecamere. I carabinieri, quindi, si sono limitati a raccogliere la denuncia e “adesso speriamo solo che qualcuno la ritrovi. Passo ogni giorno dove l’ho parcheggiata sperando che riappaia, per ora non me ne faccio una ragione, forse, in futuro… ma spero ancora di ritrovarla”.
La Guzzi 1000 sp di Bruni “ha vissuto buona parte della sua vita dentro Roma: davvero molto raramente mi sposto in auto, in questi anni mi ha fermato solo la neve”. Appena comprata, tra i ricordi più belli, un viaggio fino in Olanda: “Era il 1985, mia figlia non era ancora nata e io e mia moglie siamo partiti. Forse siamo stati un po’ incoscienti ma abbiamo trascorso un mese splendido in viaggio. Durante quel viaggio si è scaricata la batteria proprio il giorno di ferragosto e ricordo come i meccanici tedeschi guardavano con invidia la mia moto!”. Tra i ricordi più significativi poi, ci sono anche gli incidenti, quelli finiti bene. “Il più disastroso a Monteverde: mi hanno tagliato la strada e la moto è finita su una macchina e l’ha addirittura sollevata sul marciapiedi. Io sono stato sbalzato dall’altra parte ma mi sono alzato immediatamente perché stavo bene e il mio primo pensiero era vedere in che condizioni fosse la mia Guzzi. Una persona ha assistito alla scena e mi ha detto sconvolto ‘Ma lei è uno stuntman?’. Ho riso moltissimo”.
“E poi tutti i piccoli viaggi con mia figlia Marianna, la mia Guzzi c’era già quando lei è nata, ho tante foto di lei seduta sul serbatoio della moto già a due anni, ovviamente in piena sicurezza. La accompagnavo in asilo in moto e lei aveva l’abitudine di cantare durante tutto il tragitto. Anche ora dopo oltre 20 anni continuava a farlo quando ci saliva su”. Paolo Bruni ci spera ancora. “Io rivorrei la mia Guzzi. Lo spero davvero. Il mio sogno era festeggiare i 300 mila chilometri dal meccanico con un bel tagliando. E poi partire e andare da qualche parte. Mi hanno fregato sul traguardo. Comunque non è ancora finita”. Il sostegno sui social continua e Paolo Bruni aspetta la sua moto.
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