La pandemia, o più probabilmente una lotta tra correnti che neanche l’avvicendamento al vertice del Partito democratico ha arrestato, ha messo un freno alla campagna elettorale di Roma per le amministrative del 2021. Oggi il neosegretario del Pd, Enrico Letta, ha incontrato Roberto Gualtieri, la cui ufficializzazione della candidatura è stata data per certa e imminente, per diverse ore, nella giornata di ieri. Dal confronto di oggi, invece, è trapelato che i due si sono rinnovati reciprocamente “massima stima” e hanno anche espresso una “irritazione comune” per le notizie che si sono rincorse ieri sulla candidatura dell’ex ministro all’Economia del governo Conte bis. “È presto per decidere con Roma in zona rossa. Gualtieri non ha peraltro ancora deciso se dare la sua disponibilità come gli è stato chiesto dal territorio”, è il ragionamento che sarebbe stato fatto. Non è da escludere che sulla frenata abbia pesato il malcontento manifestato da alcuni esponenti del tavolo di coalizione del centrosinistra (da Monica Cirinnà a Tobia Zevi) che, pur accogliendo favorevolmente l’ipotesi Gualtieri, hanno rinnovato l’invito a svolgere le primarie.
Sul tema si è espresso anche Goffredo Bettini. In un post su Facebook l’esponente del Pd ha scritto: “Da mesi c’è un tavolo di una possibile alleanza che ha deciso di svolgere le primarie per la scelta del sindaco. So che sono emerse già candidature di valore. So che, dunque, qualsiasi persona intenda candidarsi deve partecipare a esse. Anche la persona più autorevole, come nel caso di Roberto Gualtieri. Questo per rispetto dell’iter politico e programmatico che è stato deciso insieme“. D’altro avviso, invece, Roberto Morassut, deputato e già assessore all’Urbanistica a Roma della giunta Veltroni e il cui nome pure era circolato tempo fa come possibile candidato: “Le correnti del Pd, per favore, vadano in time out. Certi comportamenti, anche di queste ore, non possono che portare acqua al mulino degli avversari dei democratici”, ha scritto Morassut in un post su Facebook – Si parte male. Vale sia per il livello politico che per quello dei governi dove amministriamo”.
Nel frattempo nella coalizione sia Carlo Calenda di Azione, sia Stefano Fassina di Leu ed esponente della sinistra vicina all’associazionismo romano, auspicano un lavoro condiviso sui programmi e un’accelerata sulla scelta del candidato. “Lavoriamo insieme, costruiamo una candidatura unitaria – ha affermato Calenda in un’intervista a La Repubblica -. Sono disposto anche a un ticket” ma “non mi permetterei” di proporlo a Gualtieri “non credo voglia fare il vicesindaco”. “La discussione interna al Partito democratico rischia di compromettere seriamente le prospettive di affermazione della coalizione progressista per il Campidoglio. Ieri, sembrava vi fosse la possibilità di incominciare subito un serio confronto sulle emergenze della città e sul programma, intorno a una candidatura autorevole e unitaria come quella di Roberto Gualtieri. Oggi il Pd annuncia tempi lunghi. Così, non va”, le parole di Fassina affidate a una nota. D’altronde si rischia di concedere altre settimane, se non mesi, di vantaggio alla sindaca uscente, Virginia Raggi, che oggi ha incassato l’ennesimo sostegno dal garante del Movimento 5 stelle. “Massimo sostegno alla nostra guerriera”, ha scritto Grillo sul suo blog riproponendo una foto di Raggi vestita da Wonder woman.
Anche perché il centrodestra, come confermato anche dall’esponente di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli nelle scorse settimane, per il momento sta alla finestra e attende le mosse di Pd e M5s per fare la sua scelta. Nella coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, inoltre, il dibattito è vivace: il partito di Giorgia Meloni guarda e punta a una figura proveniente dalla società civile, e per ora l’unico nome possibile è quello di Andrea Abodi, presidente dell’Istituto di credito sportivo; Lega e FI invece spingono per convincere Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, al momento è impegnato con la campagna vaccinale in Lombardia e che continua a smentire una sua disponibilità in tal senso. Intanto, però, nel mezzo delle riflessioni e strategie delle due coalizioni, Raggi non arretra, avanza e sull’onda dell’avvio dell’inchiesta giudiziaria, che ieri ha portato all’arresto della dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e dell’imprenditore, Valter Lozza, ha annunciato la revoca degli atti con cui nel 2019 aveva indicato nella Valle Galeria il sito per la realizzazione della discarica di Roma: scelta che le costò una dura frattura, ancora non sanata, nella maggioranza capitolina.
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