“Troppe madri ancora si dimettono dal lavoro, troppe donne si sentono costrette a dover scegliere tra la maternità e la realizzazione professionale. E finché non avremo costruito ambienti e percorsi di lavoro accoglienti e premianti per le madri, quel desiderio di fare figli che tutte le statistiche ci dicono essere intatto non tornerà a concretizzarsi”. A dirlo è stata la ministra per la Famiglia, la natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, rispondendo in Aula alla Camera ad un’interrogazione sulle iniziative volte a incentivare azioni di sostegno alla maternità in relazione al codice di autodisciplina per le imprese recentemente adottato.
“Poiché invece la natalità è un obiettivo prioritario di questo governo, e il welfare aziendale è un punto cardine della strategia che intendiamo mettere in atto, accanto alla Certificazione della Parità di Genere prevista dal Pnrr abbiamo promosso un Codice di Autodisciplina di Imprese Responsabili in Favore della Maternità, ad adesione volontaria e privo di adempimenti e oneri burocratici, che avrà una piattaforma dedicata e verrà sottoposto nelle prossime settimane alle parti sociali e alle organizzazioni datoriali e di categoria anche come contributo alle relazioni industriali”, ha concluso
Il ministro ha poi fatto riferimento alla maternità surrogata. La posizione del governo, in conformità alle massime giurisdizioni dello Stato, è “chiara e di assoluta condanna di ogni forma di surrogazione di maternità, in quanto forma di commercializzazione della genitorialità, lesiva della dignità della donna e dei diritti dei bambini”, ha detto. La “surrogazione di maternità” è una procedura che “si realizza mediante forme contrattuali rigide e vessatorie, necessariamente di tipo commerciale: anche le forme cosiddette ‘altruistiche’ spesso mascherano pagamenti in forma di rimborsi spese e/o indennità e prevedono comunque sempre l’obbligo per la donna di cedere il figlio ai committenti”, ha concluso il ministro ribadendo che “l’attenzione del governo sul tema dell’utero in affitto è massima, in sede nazionale come nei consessi sovranazionali, e con la stessa rispettosa attenzione vengono seguiti i lavori parlamentari relativi alla proposta di legge per rendere il reato di maternità surrogata perseguibile anche se commesso all’estero, per porre fine a quella legittimazione di fatto che sta portando con sé una pericolosa assuefazione culturale che contrasteremo con ogni mezzo a nostra disposizione”.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram