“Non sono in discussione i diritti dei bambini in Italia, anche se nati all’estero con pratiche che sono reato nel nostro Paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, vietata dalla L.40/2004, attualmente vigente”. A dirlo è stata la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, rispondendo in Aula al Senato ad un’interrogazione sulle politiche del governo in materia di minori nati all’estero conviventi con coppie dello stesso sesso. “Ricordiamo infatti che nel caso di un atto di nascita prodotto all’estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico”, ha aggiunto.
“Permane la condanna dell’utero in affitto, stabilita dalla legge 40, e ribadita più volte da diverse sentenze della Corte Costituzionale”, ha invece aggiunto il ministro. Il governo “nei propri atti è dunque tenuto al rispetto del quadro normativo che ho illustrato, sul quale è facoltà del legislatore eventualmente intervenire”, ha poi ricordato.
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