Il primo lancio commerciale di Vega C rappresenta “una grande prospettiva” per Avio e dà “una grande fiducia” nelle sue capacità e competenze e conferma che l’Italia ha un ruolo sempre più di primo piano nel settore dell’aerospazio. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, che si trova in queste ore nello spazioporto europeo della Guyana francese per seguire il lancio. È “molto importante perché di fatto Vega C” è stato qualificato proprio quest’anno e “già a quattro mesi dal suo volo inaugurale comincia con un cliente di altissimo livello che è Airbus”, ha spiegato Ranzo. L’amministratore delegato di Avio ha parlato anche della recente Conferenza ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che si è tenuta a Parigi, a margine della quale l’Italia, la Francia e la Germania hanno firmato una dichiarazione comune sui lanciatori. “L’accordo che è stato stretto non è altro che un atto implementativo delle decisioni già prese nell’agosto del 2021, non c’è nessun carattere particolarmente strategico”, ha detto Ranzo.
L’amministratore delegato, inoltre, ha posto l’attenzione sul bilancio da 17 miliardi di euro deciso per l’Esa, con l’Italia che apporterà un contributo di circa 3 miliardi di euro. Un carattere “straordinario”, dal punto di vista dei finanziamenti, ha spiegato Ranzo, sottolineando proprio l’incremento nel settore dei lanciatori: “L’Italia l’ha finanziato con una cifra molto più importante di quella dell’ultima ministeriale e quindi abbiamo un’opportunità straordinaria davanti noi”. “L’Italia ha così un ruolo sempre più di primo piano attraverso lo sviluppo di prodotti diversi, sempre più moderni e competitivi estendendo lo spettro dei prodotti offerti. C’è dentro di tutto, tra il nuovo lanciatore Vega E, la navicella spaziale Space Rider e anche un nuovo innovativo stadio superiore riutilizzabile. Quindi questo proietta l’Italia dentro una tecnologia che sta davanti agli altri”.
“L’Italia ha messo quasi 3 miliardi rispetto ai 2,2 miliardi dell’ultima ministeriale, quindi è un 30 per cento in più. È un segnale strategico molto importante, non dimentichiamo che siamo in tempo di guerra (in Ucraina) e di crisi economica”, ha detto l’Ad di Avio. “Un governo che fa una scelta di questo tipo – ha continuato Ranzo – vuol dire che ha deciso di puntare su certi settori. Quindi questo corrisponde ad una scelta strategica che ritiene questo settore di grande prospettiva”. Secondo l’amministratore delegato si tratta di uno sviluppo “estremamente positivo perché altri Paesi non hanno avuto una simile crescita di contribuzione”. “Vuol dire che noi abbiamo fatto un balzo in avanti, abbiamo fatto delle scelte che io penso siano quelle giuste, che sono basate anche su quello che siamo riusciti a fare”, ha poi affermato Ranzo.
In merito ai ritardi per il lanciatore Ariane 6, sviluppato da ArianeGroup (jointventure fra il consorzio europeo Airbus e il gruppo francese Safran), Ranzo ha spiegato che questa situazione “ritarda un po’ l’attività di produzione di alcuni motori anche se solo parzialmente” perché Avio “li produce e li mette a magazzino in qualche modo”. “Si tratta di un rallentamento che non è gradevole, però d’altra parte il programma è impegnativo quindi è comprensibile che le battute finali siano molto intense”, ha concluso l’amministratore delegato di Avio.
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