Trivelle. Con la miniproroga di sette mesi (da febbraio a fine settembre 2021) della scadenza per l’approvazione definitiva del Pitesai (Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee), in attesa del voto definitivo sul decreto Milleproroghe, il Parlamento non risolve il problema delle trivellazioni nel nostro Paese, ma sottovaluta gli impegni sulla decarbonizzazione assunti con l’Europa. Per rispettare gli obiettivi del green deal europeo, si legge in una nota, Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf chiedono alle forze politiche di maggioranza di dotare quanto prima il nostro paese di una legge che stabilisca un chiaro termine ultimo, coerente con l’obiettivo europeo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, di validità delle concessioni per l’estrazione degli idrocarburi e che preveda, di conseguenza, un fermo delle autorizzazioni per le attività di ricerca e prospezione degli idrocarburi. In tale prospettiva, prosegue la nota, un eventuale Piano delle aree idonee approvato a settembre “non potrebbe che prevedere la limitazione delle aree per la prospezione ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, a mare e a terra, per poter davvero portare il nostro paese da qui a vent’anni a un blocco di tutte le attività di estrazione di gas e petrolio”.
Tuttavia, prosegue la nota, considerati i tempi necessari per arrivare dalle prospezioni all’estrazione di idrocarburi e rientrare dagli investimenti, autorizzare nuovi progetti non avrebbe senso perché sarebbero comunque fuori tempo massimo all’interno di un piano serio di decarbonizzazione. Le tre associazioni sottolineano come il Pitesai “nasca per garantire la transizione energetica e valorizzare la sostenibilità ambientale, e le previsioni e scelte del Piano da approvare a settembre, conclusa la procedura di valutazione ambientale strategica, devono essere coerenti con il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050”.
È poi necessaria, prosegue la nota, l’approvazione di una normativa in cui sia fissato un chiaro termine ultimo, coerente con l’obiettivo europeo del conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, di validità delle concessioni per l’estrazione degli idrocarburi e che preveda, di conseguenza, un fermo progressivo delle autorizzazioni.
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