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Processo ai 47 attivisti di Hong Kong, la difesa chiede la libertà su cauzione

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È ripresa nella tarda mattinata di oggi a Hong Kong, presso la Corte dei Magistrati di West Kowloon, l’udienza per i 47 attivisti filo-democratici arrestati il 28 febbraio, iniziata ieri e andata avanti per quasi 14 ore fino 3 del mattino. Lo riferisce il quotidiano digitale “Hong Kong Free Press”. I pubblici ministeri chiedono che gli imputati siano tenuti in custodia per almeno tre mesi in attesa del processo ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, mentre gli avvocati della difesa chiedono la libertà su cauzione. Alla fine dell’udienza di stanotte, quattro imputati sono stati ricoverati in ospedale per malori. Il caso giudiziario rappresenta l’iniziativa più significativa contro l’opposizione di Hong Kong ai sensi della legge sulla sicurezza e ha attirato forti critiche internazionali, da Stati Uniti, Regno Unito e altri Paesi.


Centinaia di sostenitori si sono riuniti ieri in strada quando il gruppo dei 47 è stato portato in tribunale. Leo Yau, uno degli avvocati della difesa, è stato arrestato fuori dal tribunale perché sospettato di aver ostacolato un agente di polizia e non aver fornito un documento d’identità. Gli imputati sono stati arrestati da circa mille agenti il 6 gennaio e sono stati liberati in attesa delle accuse, che sono state depositate il 28 febbraio contro 47 dei 55 originariamente arrestati. Il procedimento su cauzione per i 47 ex legislatori o attivisti democratici – accusati di sovversione per la partecipazione a una votazione alle primarie dell’opposizione lo scorso luglio – è iniziato ieri pomeriggio ed è stato aggiornato alle 2:45 del giorno successivo. Il procedimento è stato aggiornato almeno due volte durante la giornata, per dare agli imputati il tempo di incontrare i loro avvocati e all’accusa il tempo di fornire i documenti. Il tribunale ha iniziato a esaminare le domande di cauzione intorno alle 20, secondo “Stand News”.

I 39 uomini e le otto donne, tra i 23 e i 64 anni, sono accusati di “cospirazione alla sovversione” in relazione alle primarie non ufficiali per scegliere i candidati dell’opposizione per l’elezione del Consiglio legislativo del 2020, rinviata a quest’anno a causa della pandemia di coronavirus. Le autorità affermano che il loro obiettivo di ottenere la maggioranza nel LegCo e bloccare i bilanci del governo per costringere il capo esecutivo Carrie Lam a dimettersi equivaleva a sovversione. L’accusa ha chiesto di rinviare l’udienza al 31 maggio mentre le indagini continuano. Ale 22:30 di ieri il tribunale aveva ascoltato solo le richieste di libertà su cauzione di sette imputati. La consigliera distrettuale Clarisse Yeung ha avuto un collasso in aula intorno all’una di notte ed è stata portata d’urgenza in ospedale. Anche gli imputati Mike Lam, Leung Kwok-Hung e Roy Tam sono stati successivamente ricoverati in ospedale.

Ieri la polizia di Hong Kong ha circondato un’area al di fuori del tribunale di West Kowloon dopo che i manifestanti hanno cantato slogan come “La gente di Hong Kong aggiunge benzina“, “Sostegno ai nostri compagni fino alla fine” e “Liberate Hong Kong, rivoluzione dei nostri tempi“. Gli agenti hanno sollevato una bandiera viola per avvertire i presenti che i loro slogan potrebbero costituire una violazione della legge sulla sicurezza nazionale e una bandiera blu, per avvertirli che stavano partecipando a un’assemblea illegale e che la polizia potrebbe usare la forza per disperderli. Il trambusto fuori dal tribunale è avvenuto quando è iniziata l’udienza. Oltre cento persone sono rimaste in coda fuori dal tribunale in attesa di un posto per l’udienza pomeridiana. La polizia ha avvertito i presenti tramite un altoparlante di lasciare la sezione trasversale di Tonkin Street West e Tung Chau Street. La polizia ha poi isolato la periferia del tribunale mentre diverse persone sono state fermate e sottoposte a controlli dei documenti d’identità. Il blocco è stato successivamente parzialmente revocato intorno alle 17 (ora locale), poiché la maggior parte delle persone riunite aveva lasciato l’area.

Nella stessa giornata di ieri il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in risposta alla richiesta del segretario di Stato Usa Antony Blinken di rilascio dei 47 attivisti ha dichiarato che la Cina è un Paese governato dalla legge e lo stesso vale per Hong Kong, che nessuno può starne al di sopra e che gli arresti di 47 attivisti pro-democrazia nella regione amministrativa speciale sono atti legittimi. Wang ha anche detto che Pechino sostiene fermamente le forze di polizia di Hong Kong nello svolgimento del proprio dovere in conformità con la legge ed esorta Washington a rispettare i fatti e lo stato di diritto, e a smettere di interferire negli affari interni della Cina in qualsiasi forma. Blinken ha chiesto il rilascio immediato dei dissidenti di Hong Kong accusati e detenuti ai sensi della nuova legge sulla sicurezza nazionale. “Condanniamo la detenzione e le accuse presentate contro candidati filo-democratici alle elezioni di Hong Kong e chiediamo il loro rilascio immediato”, ha scritto Blinken su Twitter. “La partecipazione politica e la libertà di espressione non dovrebbero essere crimini. Gli Stati Uniti sono al fianco del popolo di Hong Kong”, ha aggiunto. Almeno 47 attivisti pro-democrazia di Hong Kong sono stati accusati di “cospirazione finalizzata alla sovversione” e compariranno oggi davanti al tribunale di West Kowloon.

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