Per la prima volta nella storia della Libia i ministeri degli Esteri e della Giustizia potrebbero essere guidati da due donne, mentre la partecipazione femminile coprirà il 15 per cento delle posizioni ministeriali dell’intero esecutivo. Mohammed Mahmoud, portavoce del premier designato libico, Abdelhamid Dabaiba, ha presentato oggi ai deputati libici riuniti a Sirte la composizione del Governo di unità nazionale per cui è richiesto il voto di fiducia. Il portavoce ha specificato che il dicastero della Difesa non è stato assegnato e, come anticipato da “Agenzia Nova“, sarà affidato “ad interim” al primo ministro. Alla fine dell’accesso dibattito parlamentare in corso potrebbero essere cambiati i nomi di tre o quattro ministri: i parlamentari, infatti, stanno discutendo proprio di questo spinoso dossier nelle loro domande al premier designato. L’elenco originale, ad ogni modo, comprende due vicepremier, Saqr Boujwari (già sindaco di Bengasi) e Ramadan Boujnah, i cui nomi erano già stati anticipati dalla stampa libica. Khaled Ahmed al Tijani Mazen, originario del Fezzan (sud) e già sottosegretario del ministero dell’Interno del Gna, è stato promosso ministro nello stesso dicastero. Per il ministero degli Esteri è stato proposto il nome di Lamia Fathi Abusedra di Bengasi, dunque dell’est, ma membro del Partito Al Watan affiliato all’islamista libico Abdelhakim Belhaj, ex comandante del Gruppo islamico libico combattente. Il nome della Abusedra è uno dei più contestati soprattutto dai deputati dell’est.
Governo della Libia: tutti gli altri nomi
Di seguito i nomi degli altri ministri presentati poco fa dal portavoce: Hamad al Marimi, ministro dell’Agricoltura; Tariq Abu Flika, ministro delle risorse Finanziarie; Tawfiq al Darsi, ministro del Bestiame e delle risorse marine; Abdel Shafia al Jouifi, ministro dello Sport; Kamel al Hassi, ministro della Pianificazione; Khaled Khalil al Jazwi, ministro della Salute; Musa al Maqrif, ministro dell’Istruzione; Abd al-Salam Tiki, ministro del Turismo e delle industrie tradizionali; Ibrahim Munir, ministro dell’Ambiente; Ali Abu Azoum, ministro del Lavoro e della riabilitazione; Wafa al Kilani, ministro degli Affari sociali; Mabrouka Aoki, ministro della Cultura e dello sviluppo della conoscenza; Imran al Qib, ministro dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica: Khalaf Sifao, ministro dell’Istruzione tecnica: Ahmed Omar, ministro dell’Industria e dei Minerali; Halima Abdul Rahman, ministro della Giustizia; Abdel Fattah al Khawja, ministro del Servizio civile; Muhammad al Shahoubi, ministro dei Trasporti; Abu Bakr Al-Ghawi, ministro dell’Edilizia abitativa; Abdullah al Eid, ministro del Foverno locale; Fathallah al Zinni, come ministro dei Giovani; Omar al Ajili, ministro dell’Economia e del commercio; Muhammad Aoun, ministro del Petrolio e del gas; Khaled Abdullah, ministro delle Finanze. Seguono poi i sei ministri senza portafoglio: Farag Muhammad ministro di Stato per gli sfollati e i diritti umani; Walid Ammar ministro di Stato per gli affari politici; Jadid Maatouk ministro di Stato per gli affari dell’immigrazione; Adel Amer, ministro di Stato per gli affari del primo ministro e del Consiglio dei ministri; Mazen al Taeb, ministro di Stato per gli affari delle donne; Salamah al Ghuwa, ministro di Stato per gli affari economici.
Teoricamente, la lista di 27 ministri, due vicepremier, sei ministri senza portafoglio del nuovo governo ha bisogno della maggioranza semplice di 90 voti per ottenere la fiducia. Secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”, tuttavia, l’esito del voto di fiducia è incentro perché i 132 deputati riuniti a Sirte si dividono in tre posizioni diverse: la prima è disposta a votare la fiducia subito; la seconda chiede di rinviare il voto fino alla pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sui casi di presunta corruzione al Foro di dialogo politico libico di Tunisi che coinvolgerebbero il clan di Dabaiba; la terza chiede invece di votare una modifica costituzionale insieme alla fiducia al nuovo governo.
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