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Origine del Covid, il team dell’Oms cestina la relazione preliminare sulla missione in Cina

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La squadra di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) incaricata di indagare sulle origini del Covid ha deciso di cestinare una relazione interlocutoria preparata sulla sua recente missione in Cina a causa delle forti tensioni tra Pechino e gli Stati Uniti. Lo rivela oggi il “Wall Street Journal”, dopo che nei giorni scorsi un gruppo di circa venti scienziati ha chiesto in una lettera aperta una nuova inchiesta internazionale sul tema. Secondo gli scienziati, il team dell’Oms non ha infatti potuto raccogliere le informazioni necessarie a scoprire le possibili origini del nuovo coronavirus e, in particolare, a indagare sull’ipotesi di una “fuga da laboratorio”. Gli Stati Uniti, che di recente hanno deciso di restare nell’Oms facendo marcia indietro rispetto alle disposizioni dell’ex presidente Donald Trump, hanno fatto sapere di essere in attesa di visionare il rapporto sulla missione a Wuhan e hanno chiesto alla Cina di rendere pubblici tutti i dati sul caso, inclusi quelli sui primi contagi da coronavirus. Dall’altra parte, Pechino preme perché simili missioni siano svolte anche in altri Paesi, ivi compresi gli Stati Uniti, ritenendo possibile che i primi focolai di Covid si siano sviluppati all’esterno della Cina.


Lo scorso 12 febbraio il direttore esecutivo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva dichiarato che il team di esperti avrebbe pubblicato di lì a breve un rapporto interlocutorio sulla missione a Wuhan, in attesa di una relazione completa che sarebbe arrivata nelle settimane successive. Tuttavia, il documento non è stato finora reso pubblico. E ora la squadra dell’Oms sta pensando di cestinarlo, come dichiarato al “Wsj” da Peter Ben Embarek, esperto di sicurezza alimentare che ha guidato la missione. L’obiettivo del team è di pubblicare solo il rapporto finale, che “sarà reso pubblico nelle prossime settimane e includerà le principali conclusioni” della missione. “Un sommario non avrebbe soddisfatto la curiosità dei lettori”, ha spiegato Ben Embarek. Il “Wall Street Journal” rileva tuttavia come il rinvio della pubblicazione delle conclusioni e delle raccomandazioni degli esperti Oms sia stato deciso mentre continuano a montare le polemiche sull’efficacia della missione a Wuhan, condotta congiuntamente con scienziati e funzionari cinesi che saranno chiamati ad approvare l’eventuale rapporto.

Il ministero degli Esteri cinese ha descritto come “vino vecchio in botte nuova” la richiesta degli scienziati che auspicano una nuova inchiesta e ha confermato che la missione dell’Oms a Wuhan ha concluso che l’ipotesi di un “incidente di laboratorio” alla base della pandemia è “estremamente improbabile”. La lettera aperta, firmata fra gli altri da esperti statunitensi, francesi, indiani e australiani, sottolinea come un’indagine credibile richieda “interviste confidenziali e ampio accesso alle cartelle cliniche negli ospedali per l’individuazione di potenziali casi cinesi di Covid alla fine del 2019, quando l’epidemia è stata identificata per la prima volta a Wuhan”. “Quanto fatto finora – concludono gli scienziati – non costituisce un’indagine approfondita, credibile e trasparente”.

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