L’Uzbekistan sostiene con convinzione lo spirito di cooperazione pratica e interazione basata sugli interessi comuni per far fronte al complesso scenario internazionale, caratterizzato da crisi geopolitiche e da sfide come quelle ambientale e delle diseguaglianze. Lo ha dichiarato il presidente Shavkat Mirziyoyev durante il suo intervento alla 78ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in corso a New York. “Questa sessione dell’Assemblea generale si svolge nel quadro di cambiamenti fondamentali nel sistema delle relazioni internazionali. C’è una crisi di fiducia globale”, accompagnata dall’aumento delle problematiche relative al funzionamento delle istituzioni dedicate alla sicurezza globale, ha osservato il capo dello Stato, secondo cui è quanto mai necessario rafforzare l’unità e il dialogo tra i Paesi.
Mirziyoyev si è dunque soffermato sui principali obiettivi dell’impegno internazionale dell’Uzbekistan, tra cui figurano “la comprensione globale della responsabilità nei confronti dei Paesi e dei popoli presenti e futuri” e “il coinvolgimento in un dialogo globale di tutte le parti aperte alla cooperazione aperta e costruttiva”. Proprio su tali principi e sulle responsabilità nei confronti della comunità globale poggiano l’Iniziativa di solidarietà di Samarcanda – lanciata nel 2022 con l’obiettivo di promuovere “la sicurezza e lo sviluppo comuni” – e la nuova strategia di sviluppo “Uzbekistan-2030”, che è “in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Il presidente dell’Uzbekistan ha posto l’accento sul tema dello sviluppo delle risorse umane e sulla tutela e la valorizzazione delle giovani generazioni, proponendo la creazione di un Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite che sostenga queste priorità nell’Asia centrale.
Proprio la regione, ha sottolineato Mirziyoyev, ha intrapreso in questi anni un percorso di “buon vicinato, stabilità, partenariato comune e progresso”. “Grazie ai nostri sforzi congiunti, l’Uzbekistan è riuscito ad affrontare i problemi lungo le frontiere e quelli relativi ai corridoi di trasporto e dell’utilizzo dell’acqua con tutti i suoi vicini”, ha aggiunto, spiegando che gli scambi commerciali tra gli Stati regionali sono più che raddoppiati e che il numero di joint-venture istituite è quintuplicato. La trasformazione dell’Asia centrale in una “regione pacifica e prospera” rimarrà dunque un obiettivo prioritario dell’Uzbekistan, che in sede Onu ha proposto di adottare anche una risoluzione volta ad affrontare le minacce climatiche che affliggono la regione. A tal proposito, il presidente uzbeko ha spiegato che Tashkent ha proposto di avviare un dialogo sul clima in Asia centrale e che il Paese è impegnato in una “cooperazione sistematica come parte del programma di sviluppo verde adottato dalle contee della regione”.
Uno dei compiti strategici che saranno perseguiti a livello nazionale, a tal proposito, è “adattare i principali settori dell’economia dell’Uzbekistan al cambiamento climatico, raggiungere la neutralità del carbonio e aumentare drasticamente la quota di energia verde”. Particolare attenzione è stata dedicata agli “acuti problemi sociali” che affliggono l’Afghanistan, che dovrebbe continuare a beneficiare dell’assistenza umanitaria da parte della comunità internazionale. “Ignorare, isolare e imporre sanzioni non fa che esacerbare le difficoltà della popolazione afgana. (…) Tashkent ritiene dunque essenziale che, sotto l’egida delle Nazioni Unite, sia sviluppato un approccio flessibile e costruttivo alla questione”.
Mirziyoyev ha infine esposto “il percorso di riforma irreversibile” intrapreso dall’Uzbekistan tramite lo storico referendum costituzionale dello scorso aprile. “Oltre il 90 per cento degli elettori al referendum ha sostenuto la nuova Costituzione”, che definisce le priorità dello sviluppo nazionale. Il presidente, ha fatto in particolare riferimento ai “principi di equità di tutti i cittadini, i diritti umani, la libertà di parola e coscienza, indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua e dalla religione”. Il capo dello Stato ha ricordato i progressi conseguiti dall’Uzbekistan sul fronte della tutela dei diritti umani, a cominciare dall’abolizione completa del lavoro forzato minorile, eredità della pluricentenaria industria del cotone. Mirziyoyev ha evidenziato che nell’arco degli ultimi sei anni il tasso di istruzione prescolare in Uzbekistan è aumentato dal 21 al 70 per cento, e quello di istruzione superiore dal 9 al 38 per cento. Il presidente ha citato anche l’importanza della partecipazione delle donne alla vita sociale e politica, definendola “una questione urgente” e sottolineando che nel Paese le donne rappresentano ora il 49 per cento nelle immatricolazioni universitarie e il 35 per cento nell’impiego pubblico. “Abbiamo approvato una legge speciale per proteggere le donne e i minori dalla violenza domestica”, ha detto il presidente, proponendo l’organizzazione di un Forum asiatico delle donne in Uzbekistan il prossimo anno.
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