Udienza dedicata alle posizioni della famiglia Sacchi e alla difesa di Anastasiya Kylemnyk, quella che si è svolta questa mattina nel processo in corte d’appello a Roma per l’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso il 23 ottobre 2019 in zona Colli Albani a Roma, con un colpo di pistola, durante una compravendita di droga. In primo grado, sono stati condannati Valerio Del Grosso a 27 anni, l’esecutore materiale dell’omicidio, Paolo Pirino e Marcello De Propris a 25 anni, il primo per aver partecipato alla rapina finita in omicidio, il secondo per aver fornito l’arma del delitto. Condannata a 3 anni di carcere anche Kylemnyk, ex fidanzata della vittima, ma per i soli fatti di droga. La giovane, nel processo, ricopre la doppia veste di parte lesa per essere stata aggredita da Pirino e di imputata. Le due posizioni, quelle della famiglia Sacchi e quella di Anastasiya Kylemnyk, un tempo vicine – anche perché Anastasiya ha abitato per anni a casa dei Sacchi con il fidanzato Luca – oggi appaiono lontanissime con i genitori che la accusano di non aver detto tutta la verità sulla tragica vicenda costata la vita al 24enne.
Questa mattina, durante l’arringa dell’avvocato Paolo Salice, che assiste la famiglia Sacchi, è emerso che il tribunale di Perugia ha archiviato la denuncia per diffamazione presentata dall’avvocato di Anastasiya Kylemnyk nei confronti dello stesso Salice. La denuncia era estesa anche al giornalista Bruno Vespa e all’ex magistrato Simonetta Matone, oggi deputata, per frasi dette durante una puntata della trasmissione “Porta a Porta” del 2020 in cui si affermava che Anastasiya era “una serpe”. Salice ha chiesto la conferma della pena per tutti e tre gli imputati dell’omicidio e la sua collega Armida Decina si è concentrata, in particolare, sulla posizione di Pirino, il giovane, che armato di bastone, avrebbe aggredito prima Anastasiya e poi anche Luca Sacchi, prima che Del Grosso sparasse il colpo di pistola uccidendo il personal trainer. Decina ha rigettato la tesi della difesa secondo la quale le ferite sulle braccia Sacchi se le fosse procurate cadendo dalla moto. “Non è così – ha detto – e lo dicono le testimonianze e lo dicono le consulenze di parte e della procura”, ha detto Decina.
Subito dopo è stata la volta dell’avvocato Giuseppe Cencioni, legale di Kylemnyk. “È più che lecito sostenere che all’incontro” di Casal Monastero del 21 ottobre 2019 per concordare la compravendita di droga, “non ci fosse Anastasiya ma la fidanzata di Giovanni Princi”, ha spiegato Cencioni nella sua arringa, sostenendo l’estraneità dai fatti della sua assistita e chiedendone, quindi, l’assoluzione. Il legale ha sostenuto che non era stata lei, alcuni giorni prima, a partecipare alla trattativa per l’acquisto di droga per la quale è stata condannata in primo grado a tre anni. Valerio Rispoli, coinvolto in quella trattativa intavolata con Princi l’amico di Sacchi condannato a 5 anni in un processo stralcio, ha raccontato che all’incontro c’era una ragazza con i capelli chiari, ma Anastasiya, oggi bionda, all’epoca dei fatti aveva i capelli rossi. Cencioni ha ricordato che sul telefono della fidanzata di Princi, alcuni giorni prima, era stata effettuata la ricerca della posizione del punto in cui acquirenti e e venditori della marijuana, si erano incontrati.
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