Il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia e il sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta sosterranno la requisitoria, con relative richieste, questa mattina in corte d’assise a Roma, nel processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Il delitto è avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019 in zona Trastevere a Roma. Imputati nel processo sono due giovani turisti americani, Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. Sarebbe stato quest’ultimo, per sua stessa ammissione, a colpire per 11 volte con un coltello portato dagli Usa, il militare intervenuto per fermare i due sospettati di aver tentato una estorsione a Sergio Brugiatelli, definito poi loro mediatore nell’acquisto non riuscito di cocaina.
Omicidio Cerciello Rega: una vicenda complessa
Una vicenda complessa che ha richiesto un lungo dibattimento per essere ricostruita. Dibattimento che si è concluso lunedì con le dichiarazioni spontane rese dall’imputato Elder che ha deciso di non sottoporsi, come invece ha fatto Natale Hjorth, all’esame della Corte. Una sostanziale divisione delle colpe, sembra essere la linea difensiva dei due, con Natale Hjorth a voler rispondere del tentativo di acquisto di droga e dell’estorsione a Brugiatelli, mentre su Finnegan Lee Elder quella dell’uccisione del militare ma, con le attenuanti sostenute dai difensori di non sapere che “gli aggressori” fossero carabinieri perchè non si sarebbero identificati come tali. Di avviso diverso, invece, la pubblica accusa e le numerose parti civili che sostengono, invece, che, Cerciello e il suo collega Andrea Varriale, quella notte seppure fossero disarmati, avrebbero mostrato il tesserino e si sarebbero qualificati. In un modo o nell’altro, però, resta il fatto che, non 1 o 2, ma ben 11 coltellate inferte in via Gioacchino Belli, non sembrano poter far pensare ad un semplice tentativo di difesa finalizzato alla fuga.
Leggi altre notizie su Nova News
Seguici su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram