La Cina ha riportato ieri 30.014 nuove infezioni da Covid-19, di cui 25.696 asintomatiche e 4.318 sintomatiche, stando al bollettino odierno della Commissione sanitaria nazionale. Dei 4.274 casi sintomatici a trasmissione locale, 1.686 sono stati registrati nella provincia meridionale del Guangdong, 1.021 nella capitale Pechino e 274 nella municipalità sud-occidentale di Chongqing. Il Guangdong ha registrato anche il maggior numero di casi sintomatici importati dall’estero (17), seguito da Pechino (10) e dalla provincia orientale del Fujian (9). I pazienti asintomatici sotto osservazione medica sono scesi a 384.295, mentre i soggetti guariti o dimessi sono stati 3.913. Alla data di ieri, i casi confermati si attestavano a 340.483, mentre i decessi sono aumentati a 5.235.
Gli esperti sanitari, scrive la piattaforma di notizie “Sina”, stanno valutando una gestione meno rigida del Covid-19, data la minore patogenicità della variante Omicron, classificata come una malattia infettiva di categoria B. Gli operatori sanitari hanno tuttavia gestito il contagio secondo i protocolli di categoria A, che conferiscono alle autorità locali il potere di varare serrate e isolare i soggetti positivi al virus assieme ai loro contatti stretti. Le malattie di categoria A in Cina includono la peste bubbonica e il colera, mentre la Sars, l’Aids e l’antrace rientrano nella categoria B. Le malattie di categoria C includono influenza, lebbra e parotite. Sulla base delle attuali caratteristiche epidemiologiche del Covid-19 in Cina – dove il 95 per cento dei casi è asintomatico con un basso tasso di fatalità – gli esperti stanno riconsiderando il protocollo di gestione del virus, che potrebbe essere declassato a B o a C.
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