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Olimpiadi di Tokyo: il comitato organizzatore esclude gli spettatori stranieri

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Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo ha deciso che non ci saranno spettatori stranieri negli impianti dei Giochi, a causa della pandemia di coronavirus. Gli organizzatori sono giunti alla decisione durante una riunione in videoconferenza tenuta oggi, alla quale hanno partecipato il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio) Thomas Bach, la presidente del Comitato organizzatore di Tokyo Seiko Hashimoto, il presidente del Comitato paralimpico internazionale Andrew Parsons, la governatrice di Tokyo Yuriko Koike e la ministra delle Olimpiadi Tamayo Marukawa. I cittadini stranieri che avevano già comprato i biglietti per assistere alle gare saranno rimborsati. I biglietti acquistati all’estero dovrebbero essere circa un milione. Il governo giapponese aveva già concluso che accogliere gli spettatori stranieri non sarebbe stata un’opzione praticabile.


Secondo l’agenzia di stampa giapponese “Kyodo” non ci saranno neanche volontari internazionali. Inizialmente era stata prevista una quota di stranieri del dieci per cento tra gli 80 mila volontari. La loro sostituzione non è una questione irrilevante perché la loro presenza era motivata soprattutto dalla necessità di disporre di personale in grado di comunicare in lingue poco conosciute. All’inizio di marzo, i cinque enti coinvolti nell’organizzazione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Tokyo hanno concordato di risolvere la questione degli spettatori stranieri entro la fine del mese e di stabilire la capacità massima degli impianti ad aprile.

Il governo del Giappone ha già chiesto ai Paesi che prenderanno parte alle Olimpiadi di Tokyo, in programma la prossima estate, di ridimensionare le delegazioni di capi di Stato, di governo e dignitari che si recheranno nel Paese in occasione dei Giochi. Il governo giapponese, in particolare, avrebbe dato l’indicazione di ridurre a non più di undici persone il personale accompagnatore dei leader presenti all’evento. L’obiettivo di Tokyo è di ridurre il più possibile il rischio di propagazione del coronavirus, consentendo al contempo la “diplomazia olimpica” tra i Paesi nel corso dei Giochi.

Tuttavia, il governo ha deciso di riaprire i confini del Paese agli atleti professionisti stranieri ingaggiati da società giapponesi a partire dal prossimo 21 marzo, data della revoca completa dello stato di emergenza pandemica nel Paese, e in vista delle Olimpiadi in programma la prossima estate. Gli atleti in arrivo nel Paese dovranno sottoporsi a rigide misure di quarantena, e il divieto di ingresso ai cittadini stranieri rimarrà in vigore anche nelle prossime settimane. Il governo giapponese ha predisposto per gli atleti internazionali un’eccezione alle norme sull’immigrazione per “circostanze speciali”, simile alle esenzioni applicate a individui che necessitano di entrare in Giappone per ottenere assistenza umanitaria urgente o per altre ragioni di forza maggiore. Ad oggi circa un centinaio di atleti stranieri della Lega calcistica professionale giapponese e delle società professionali di pallacanestro non sono in grado di rientrare in Giappone a causa delle restrizioni agli ingressi varate per contenere la pandemia.

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