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Oil&nonoil: pacchetto “Fit for 55” sia neutrale, settore chiede di valorizzare fonti nazionali

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Il pacchetto di proposte legislative “Fit for 55”, adottato dalla Commissione europea per ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, è stato il tema del convegno conclusivo della 16ma edizione di Oil&nonOil, a Veronafiere: “L’Europa verde e il futuro del mercato dell’energia”. Che la transizione energetica sia, appunto, una transizione e che venga affrontata con un approccio neutrale dal punto di vista delle tecnologie: questa la richiesta dei rappresentanti del settore, compatto nel denunciare le criticità. Alice di Pace, responsabile della comunicazione di Upei – The voice of Europe’s independent fuel suppliers, ha inviato un videomessaggio a sostegno della “necessità di ridare centralità al concetto di neutralità tecnologica” e di promuovere un metodo di valutazione dell’impatto ambientale basato sull’analisi del ciclo di vita. Per Sebastiano Gallitelli, segretario generale di Assopetroli-Assoenergia, la revisione proposta dei limiti alle emissioni “indirettamente decreta la fine del motore endotermico” mentre “dobbiamo arrivare a certificare i veicoli a motore endotermico alimentati con carburanti low carbon come veicoli a zero emissioni”. Marina Barbanti, direttrice generale dell’Unione energie per la mobilità (Unem), ha evidenziato la necessità di utilizzare più fonti possibili e valorizzare quelle nazionali, di non rinunciare al patrimonio di infrastrutture esistente e di rivolgersi a una domanda ampia, non a mercati di nicchia, anche nell’ottica dell’esportazione di tecnologie mature. Puntare su “tecnologie con leadership che non sono europee e con problemi anche per le materie prime è una cosa che non comprendiamo”, ha affermato riguardo all’elettrico.


Sulle alternative, i prodotti liquidi e gassosi che possono sostituire quelli fossili attualmente più usati, si sono espressi Andrea Arzà, presidente di Federchimica-Assogasliquidi, che ha invitato a considerare le peculiarità del territorio italiano, la nostra industria della componentistica, lo sviluppo del “retrofit del Gpl e del metano”; Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano, e Dante Natali, presidente di Federmetano, a sostegno del biometano. Merigo ha anche sottolineato che occorre “tenere conto di quello che sta succedendo da altre parti del mondo” e Natali ha concluso che “i motori endotermici non debbano morire e che i biocarburanti siano una soluzione necessaria”. Elio Ruggeri, vicepresidente di Assocostieri, pur riconoscendo del valore nel pacchetto “olistico” della Commissione, ha osservato che il Gnl è stato “accettato come combustibile di transizione”, mentre “andrebbe riconosciuto come un combustibile strategico”.

Le istanze del settore hanno trovato corrispondenze da parte degli esponenti politici intervenuti. Vannia Gava, sottosegretaria del ministero della Transizione ecologica (Mite), ha inviato un messaggio in cui ha riconosciuto di trovare “comprensibili gli allarmi delle aziende dell’automotive”. “Completare il passaggio dell’automotive all’elettrico entro il 2035 semplicemente non è possibile se non al prezzo di chiudere le nostre aziende e regalare quote di mercato ad alcuni gruppi”, ha ammesso. “Dobbiamo difendere da cambiamenti troppo repentini tutte le imprese del vostro sistema che rappresenta un comparto fondamentale”, ha dichiarato. Allo stesso modo Massimo Berutti, membro della commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato, che ha chiuso i lavori, ha affermato che non si può non pensare “ai processi, agli investimenti fatti, al tessuto di ogni Paese”.

Competitività è stata la parola d’ordine di Marco Campomenosi, membro della commissione per i Trasporti e il turismo (Tran) del Parlamento europeo, per il quale l’Unione europea ha espresso “una visione ideologica molto forte” rispetto alla quale occorre “introdurre correttivi”. Come Italia, ha detto, bisogna individuare “i settori su cui concentrare la nostra difesa”, ad esempio il Gnl, e quelli ai quali si può rinunciare. Anche Sara Moretto, membro della commissione permanente Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, ha invocato pragmatismo e promesso un impegno per il “mantenimento di settori industriali che sono stati e sono ancora strategici”. Luca Sut, membro della stessa commissione della Camera, si è soffermato sull’opportunità di “utilizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per cercare di costruire una filiera italiana delle batterie”, insistendo anche sull’aspetto del riciclo, in mancanza delle materie prime.

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