Centinaia di manifestanti si sono radunati vicino a una base militare francese a Niamey, capitale del Niger, per chiedere il ritiro delle truppe francesi dal Paese. La protesta, riferiscono i media locali, si è tenuta ieri e seguiva di poche ore l’ordinanza con cui la giunta militare che ha preso il potere lo scorso 26 luglio ha intimato all’ambasciatore francese Sylvain Itté di lasciare il Paese. Un ordine contestato dal ministero degli Esteri francese, secondo cui i militari “golpisti non hanno l’autorità per presentare questa richiesta”, quest’ultima “proveniente esclusivamente dalle autorità nigerine legittime elette”. Itté è stato accusato dai golpisti di aver ignorato venerdì 25 agosto una convocazione del ministero degli Esteri nigerino, attitudine che avrebbe provocato la decisione golpista insieme ad “altre azioni del governo francese che sono contrarie agli interessi del Niger”.
Oggi il presidente francese, Emmanuel Macron, ha fatto sapere che Itté non ha lasciato il Paese e continuerà a svolgere la sua missione “malgrado la pressione e le dichiarazioni di autorità illegittime”. “Penso che la nostra politica sia quella giusta. E’ fondata sul coraggio del presidente (Mohamed) Bazoum, sull’impegno dell’ambasciatore sul campo, che resta malgrado le pressioni”, ha detto Macron.
Durante la protesta di ieri, i manifestanti hanno anche scandito slogan contro la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), che ha decretato sanzioni economiche contro il Niger e ha minacciato un’azione militare per ripristinare l’ordine costituzionale. Si tratta di proteste che si sono ripetute nel Paese dal giorno del golpe, il 26 luglio: quattro giorni dopo migliaia di sostenitori della giunta militare hanno preso di mira l’ambasciata francese a Niamey, chiedendo a gran voce la chiusura della sede diplomatica, rimuovendone l’insegna ed incendiandone la porta. La folla si è radunata anche a Place de Concertation, la principale in città, dove si sono viste sventolare bandiere della Russia. In un’analoga manifestazione, il 21 agosto, i manifestanti pro-giunta hanno invece chiesto di smantellare al base militare statunitense di Agadez, la seconda più grande base Usa in Africa dopo quella di Gibuti.
I partecipanti hanno ribadito il loro sostegno ai golpisti, respinto le ingerenze straniere e sventolato bandiere di diversi colori politici, in testa quella della Russia e lo stemma del gruppo paramilitare russo Wagner. “Smantelliamo la base di Agadez”, “lasciate il Niger alla scelta del popolo”, “abbasso la Francia” sono alcuni dei cartelli ripresi nelle immagini circolanti sui social, testimoniando di una vivace partecipazione locale alla manifestazione. Il Niger è una parte fondamentale dell’infrastruttura di sicurezza di tutta l’Africa occidentale ed ospita attualmente 1.500 militari francesi, trasferiti nel Paese dopo il ritiro dal Mali, a sua volta ordinato dalla giunta militare al potere.
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