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Navalnyj: per il tribunale di Mosca la Cedu non può interferire su sentenze già in vigore

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La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) non ha il diritto di “interferire con le attività dei tribunali russi relativamente all’esecuzione di sentenze già entrate in vigore”. È quanto si legge nelle motivazioni pubblicate dal tribunale di Mosca in merito al rifiuto della richiesta della Cedu di scarcerare l’oppositore Aleksej Navalnyj, dopo la sentenza che ha commutato la sospensione della pena nel caso Yves Rocher in un periodo di detenzione effettivo da trascorrere in una colonia penale. Secondo il giudice che ha presieduto la corte, Dmitrij Balashov, non si è tenuto conto di questa richiesta perché la Cedu ha rivolto il ricorso non al tribunale, ma al governo della Federazione Russa, pertanto non è applicabile ai procedimenti giudiziari. Balashov ha detto che da Navalnyj e dai suoi avvocati sono state esposte “speculazioni infondate” secondo cui l’oppositore sarebbe stato incarcerato per motivi politici e che ci sono motivi di temere per la sua vita e per la sua salute nella struttura detentiva. Secondo il giudice, queste accuse sono di natura provvisoria e non sono supportate da “dati oggettivi”.


Nelle motivazioni della sentenza, inoltre, il giudice ha spiegato che Navalnyj, durante il periodo di libertà vigilata comminatagli nel caso Yves Rocher, l’attivista non si è presentato all’ispezione del Servizio penitenziario federale nei giorni stabiliti più di due volte all’anno. Inoltre, il giudice Balashov ha affermato che dopo essere stato dimesso dalla clinica Charité di Berlino, dove era in cura per l’avvelenamento subito la scorsa estate, Navalnyj non ha informato il Servizio federale sul luogo in cui si trovava per più di 30 giorni. Entrambe queste circostanze, ritiene il giudice, “sono senza dubbio una base indipendente per il tribunale per prendere la decisione di annullare (…) la condizionale e garantire l’esecuzione della pena inflitta dal verdetto del tribunale”. L’attivista russo dell’opposizione è stato trasferito nella colonia penale della regione di Vladimir, circa 200 chilometri a nord est di Mosca, per scontare la sua pena, come annunciato ieri dal segretario esecutivo della Commissione per il controllo pubblico di Mosca (Onk), Aleksej Melnikov. “Aleksej Navalnyj è arrivato nell’istituzione del Servizio penitenziario federale della regione di Vladimir per scontare la sua sentenza di condanna”, ha dichiarato Melnikov tramite una nota stampa di Onk.

Il direttore del Servizio penitenziario federale russo, Aleksander Kalashnikov, ha confermato in precedenza che Navalnyj è stato trasferito da un centro di detenzione preventiva a Mosca a una colonia penale. “Garantisco che non ci sono minacce alla sua salute e alla sua vita”, ha detto Kalashnikov. “Sarà sottoposto a uno stato di detenzione in condizioni assolutamente regolari. Se lo desidera sarà coinvolto nelle attività produttive in carcere”, ha aggiunto Kalashnikov. Il tribunale Simonovskij di Mosca il 2 febbraio, su richiesta del Servizio penitenziario federale, ha commutato la sospensione della pena di tre anni e sei mesi di Navalnyj in un periodo effettivo di detenzione. Lo scorso 20 febbraio il tribunale d’appello della città di Mosca ha confermato questa decisione.

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