Gli Stati Uniti sono “profondamente preoccupati” per la proroga dello stato di emergenza da parte del regime militare al potere in Myanmar. Lo dichiara il dipartimento di Stato in un comunicato, sottolineando che il Paese sprofonda “nella violenza e nell’instabilità”. Dal colpo di stato di due anni e mezzo fa, il regime militare ha effettuato centinaia di attacchi aerei e bruciato decine di migliaia di case, denuncia Washington, aggiungendo che più di 1,6 milioni di persone si ritrovano sfollate. “La brutalità e il disprezzo del regime per le aspirazioni democratiche del popolo birmano continuano a prolungare la crisi”, prosegue la nota. Gli Usa continueranno a lavorare con i partner e gli alleati per far sì che il regime risponda delle sue azioni e a impegnarsi perché i sopravvissuti abbiano giustizia e il Paese un futuro democratico. Washington, infine, ribadisce la richiesta di porre fine alle violenze, rilasciare le persone ingiustamente detenute e consentire l’accesso dell’assistenza umanitaria senza ostacoli.
La giunta militare al potere in Myanmar dal golpe del 2021 ha prorogato lo stato di emergenza per altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2024. L’annuncio è stato dato ieri dall’emittente statale “Mrtv” dopo la riunione odierna del Consiglio nazionale di difesa e sicurezza, alla vigilia della data della scadenza. Un comunicato ha spiegato che sono ancora necessarie misure di sicurezza per garantire un’elezione libera ed equa e perché si voti senza timore. È la quarta volta che lo stato di emergenza viene prorogato. Ciò significa che le elezioni non si terranno ad agosto, come aveva ipotizzato il capo della giunta, generale Min Aung Hlaing, né entro l’anno. Lo stesso Min Aung Hlaing, il 13 luglio aveva parlato dei problemi di sicurezza nella regione di Sagaing e negli Stati di Chin e Kayah, dichiarazioni che avevano fatto prevedere l’ulteriore estensione. La Costituzione, redatta dai militari, consente solo due proroghe di sei mesi “in situazioni normali” e stabilisce che le elezioni si tengano entro sei mesi dalla revoca. Alla terza proroga, a gennaio, la giunta ha definito le condizioni “straordinarie”.
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