Gli agenti della Guardia nazionale della Tunisia hanno recuperato i corpi di nove migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana la cui imbarcazione è affondata mentre tentava di raggiungere l’Europa. Lo hanno annunciato oggi le autorità di Tunisi, secondo cui i corpi appartengono a quattro persone adulte e altrettanti bambini, oltre a un neonato. L’operazione è avvenuta sulle coste di Sfax e Mahdia.
Oggi l’organizzazione non governativa Alarm Phone ha scritto su Twitter che negli ultimi 2 giorni oltre 20 barconi di migranti sono partiti dalla Tunisia. Ieri, 24 marzo, Faouzi Masmoudi, portavoce del tribunale di Sfax, ha detto che almeno 34 persone risultavano disperse in mare al largo delle coste della Tunisia dopo che la barca su viaggiavano è affondata. Sul barcone si trovavano 38 persone, di cui quattro sono state soccorse, ha precisato il portavoce del tribunale che ha aperto un’indagine.
L’imbarcazione era partita ieri dalla regione Sfax, nel centro-est del Paese, diretta verso le coste italiane. Il 21 febbraio scorso, il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha affermato che la presenza nel Paese di “orde” di clandestini provenienti dall’Africa sub-sahariana è fonte di “violenza e crimini” e fa parte di una “impresa criminale” volta a “cambiare la composizione demografica” del Paese. Secondo i dati più recenti diffusi dal Viminale, dall’inizio dell’anno fino al 23 marzo, la prima nazionalità tra i migranti sbarcati è quella ivoriana, con 3.347 persone. Segue la Guinea (2.957), il Pakistan (1.986), il Bangladesh (1.896) e la Tunisia (1.587).
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