L’Italia vuole che in Europa si parli di immigrazione ed è stata il primo Paese a sollevare il problema della Tunisia. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a New York. Rispondendo ad una domanda sulla recente lettera dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, il quale ha affermato di non condividere la politica della Commissione sul memorandum siglato della Tunisia, Tajani ha affermato che “il Consiglio europeo era informato di tutto, e non vorrei che dall’Alto rappresentante arrivi un’azione di non condivisione”.
“La questione migranti non deve essere oggetto di slogan in campagna elettorale” – ha detto Tajani, rispondendo ad una domanda sulle parole del ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, il quale ha affermato che Parigi non potrà accogliere i migranti in arrivo a Lampedusa – il capo della diplomazia italiana ha sottolineato la necessità di “essere responsabili di fronte ad una grave emergenza: non vale la politica dello scaricabarile, così come non vale il nazionalismo puro”. Con la diplomazia, ha continuato, si stanno raggiungendo “risultati importanti, e la nostra azione di convincimento nei confronti della Tunisia va nella giusta direzione”. Gli slogan elettorali, ha detto, servono “a poco, durano il tempo dell’edizione di un telegiornale ma non risolvono il problema: noi stiamo lavorando intensamente e senza inutili promesse per risolvere questa emergenza alla radice”, ha sottolineato il titolare della Farnesina.
“Lo sviluppo sostenibile del continente africano passa attraverso la risoluzione dei problemi legati all’Africa subsahariana – ha sottolineato Tajani – Occorre anche dedicare particolare attenzione alla lotta ai trafficanti di esseri umani, che spingono le persone a lasciare l’Africa e promuovono instabilità a livello regionale, oltre al cambiamento climatico e alla politica della crescita”, ha detto, sottolineando la necessità di un “piano Marshall europeo, da accompagnare al piano Mattei del governo italiano”.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha dimostrato di essere “interessata e determinata” a lavorare insieme ad alcuni Paesi africani “virtuosi” per rafforzare il contrasto all’immigrazione clandestina e ai trafficanti di esseri umani, oltre che nel ricollocamento dei migranti che arrivano ad esempio in Tunisia, ha continuato il titolare della Farnesina. “La questione africana è un tema globale: l’Europa è importante, ma anche l’Onu deve fare la sua parte”, ha detto, parlando del suo incontro odierno con la direttrice dell’organizzazione, Annie Pope”.
E poi, dialogando con il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, riguardo l’Ucraina: “La centrale nucleare di Zaporizhzhia deve essere tenuta fuori dagli attacchi dell’esercito di Kiev durante la controffensiva ucraina: allo stesso tempo, i russi non devono trasformarla in una base militare. Da parte nostra c’è grande preoccupazione, e sosteniamo fermamente il lavoro dell’agenzia”, ha detto Tajani. Sull’Iran: “Le autorità di Teheran stanno andando avanti con il riarmo nucleare, e questo certamente non è positivo”.
Antonio Tajani, nel corso della giornata, ha incontrato gli omologhi di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Croazia e Slovenia a New York. L’incontro è avvenuto nell’ambito della settimana di alto livello della 78ma Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York. “La regione dei Balcani occidentali è prioritaria per l’Italia. Condividiamo profondi legami storici e vogliamo rilanciare ulteriormente la cooperazione in tutti i settori, a iniziare da quello economico”, ha osservato Tajani. “Il nostro approccio alle sfide della regione è aperto, inclusivo e improntato al dialogo”, ha aggiunto il ministro. Tajani ha ribadito l’importanza della stabilità dei Balcani e la necessità di promuovere un’azione congiunta per affrontare insieme, in modo più efficiente, la lotta alla migrazione irregolare, contrastando il traffico di essere umani e le organizzazioni criminali che lo gestiscono.
Il vicepremier ha inoltre sottolineato come i prossimi impegni in calendario, in particolar modo il vertice Ue-Balcani occidentali che si terrà a Bruxelles a dicembre, rappresentino un’occasione di confronto per dare nuovo impulso al processo di allargamento europeo con un orizzonte temporale certo. “Il governo attribuisce grande importanza all’integrazione europea dei Balcani occidentali. Ci impegniamo ad accelerare questo processo anche attraverso misure graduali di integrazione”, ha affermato Tajani. Su proposta del vicepremier, è stato deciso di istituire, sia a New York, sia a Bruxelles, un gruppo di lavoro “Amici dei Balcani occidentali” proprio per favorire l’integrazione europea della regione. Sempre su proposta di Tajani, è stato concordato di organizzare a cadenza regolare, due volte l’anno, una riunione nello stesso formato ministeriale per avere un costante confronto sulle tematiche di comune interesse. Al termine della riunione Tajani ha invitato i ministri a Roma per partecipare ai “Med Dialogues” (2-4 novembre), per estendere per la prima volta la tradizionale riunione sui dossier del Mediterraneo allargato anche ai Paesi dei Balcani occidentali.
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