Papa Francesco, al termine dell’Angelus ha ricordato la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra oggi sul “tema liberi di scegliere se migrare o restare”. “Migrare dovrebbe essere una scelta libera, mai l’unica possibile”, ha sottolineato il Pontefice. “Il diritto di migrare, infatti, per molti oggi è diventato un obbligo – ha aggiunto il Papa – mentre dovrebbe esistere un diritto a non migrare, a rimanere nella propria terra. È necessario che a ogni uomo e a ogni donna venga garantita la possibilità di venire a vivere una vita degna nella società in cui si trova. Purtroppo miseria, guerra e crisi climatica costringono tante persone a fuggire, per ciò siamo tutti chiamati a creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte”, ha aggiunto.
Il Santo Padre, durante l’Angelus domenicale, ha commentato la parabola del “padrone di una vigna che esce dalle prime ore dell’alba fino a sera per chiamare alcuni operai ma, alla fine, paga tutti allo stesso modo, anche quelli che hanno lavorato soltanto un’ora”. “Sembrerebbe un’ingiustizia – dice il Pontefice – ma la parabola non va letta attraverso criteri salariali; piuttosto, ci vuole mostrare i criteri di Dio, che non fa il calcolo dei nostri meriti, ma ci ama come figli”. Bergoglio ricorda che “la giustizia di Dio non misura l’amore sulla bilancia dei nostri rendimenti, delle nostre prestazioni o dei nostri fallimenti: Dio ci ama e basta, ci ama perché siamo figli, e lo fa con un amore incondizionato e gratuito”. Il Papa mette in guardia i fedeli dall’avere “una relazione ‘mercantile’ con Dio, puntando più sulla nostra bravura che sulla generosità della sua grazia”.
“A volte anche come Chiesa – aggiunge il Papa – invece che uscire a ogni ora del giorno e allargare le braccia a tutti, possiamo sentirci i primi della classe, giudicando gli altri lontani, senza pensare che Dio ama anche loro con lo stesso amore che ha per noi. E anche nelle nostre relazioni, che sono il tessuto della società, la giustizia che pratichiamo a volte non riesce a uscire dalla gabbia del calcolo e ci limitiamo a dare secondo quanto riceviamo, senza osare qualcosa in più, senza scommettere sull’efficacia del bene fatto gratuitamente e dell’amore offerto con larghezza di cuore”. Francesco chiude l’Angelus con una domanda: “Chiediamoci: io cristiano, io cristiana, so uscire verso gli altri? E sono generoso verso tutti, so dare quel ‘di più’ di comprensione e perdono, come Gesù mi insegna?”, conclude Bergoglio.
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